Dalla Spagna al Belgio, passando per Germania e Regno Unito, in Europa montano le proteste sull’obbligo di indossare la mascherina. Cosa succede in Italia?
Negli ultimi giorni in tutta Europa sono montate le proteste contro l’obbligo di indossare la mascherina. Nonostante il numero dei contagi sia in aumento nel vecchio continente, diversi cittadini si stanno riversando in strada per protestare contro questa misura disposta dai diversi governi nazionali.
Solo durante la scorsa domenica a Madrid e a Bruxelles, sono stati in migliaia a riunirsi per invocare la libertà individuale e, al tempo stesso, sostenere che il coronavirus non esiste.
Soprattutto la manifestazione nella capitale spagnola ha avuto un’ampia eco mediatica, sia per il consistente numero di partecipanti sia per la presenza di Miguel Bosè, ripresa da diversi giornali internazionali.
Non solo in Spagna e Belgio, anche nel Regno Unito e Germania nelle settimane precedenti si è assistito a diverse marce no-mask.
In Francia invece, che ha visto salire il numero di nuovi positivi oltre le 3.000 unità, la situazione pare più sotto controllo. Anche qui però stanno nascendo alcune campagne per boicottare quei negozi in cui è obbligatorio portare questo dispositivo di protezione individuale.
Proteste contro mascherina obbligatoria, e in Italia?
La situazione in Italia risulta invece essere in controtendenza, nonostante le ultime disposizioni varate per evitare un’ulteriore crescita di contagi.
In queste ore il governo ha annunciato l’obbligo di indossare le mascherine dal 17 agosto fino al 7 settembre dalle 18.00 alle 6.00 del mattino anche all’aperto. In seguito a questa decisione, l’hashtag mascherine è quindi diventato uno dei trend topic di Twitter.
Infatti, oltre ai diversi commenti ironici che da sempre contraddistinguono i social, sono in molti gli utenti a dichiararsi d’accordo, o comunque non assolutamente contrari, a tale misura.
Anche il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia approva l’obbligo, affermando: “Certo il virus non cambia rispetto alle 17.59, ma si è pensato che dopo le 18 ci siano più possibilità di assembramento. Qual è il sacrificio che si chiede adesso? Solo un po’ di attenzione e portare la mascherina. Non mi sembra un sacrificio così grosso”.
Infine, al momento, i cosiddetti gilet arancioni, tra i più agguerriti nel nostro Paese nella lotta contro l’utilizzo della mascherina, non hanno indetto alcuna manifestazione ufficiale di protesta nei confronti di tali scelte governative.
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