Il Presidente della Repubblica italiana si è espresso sulla crisi climatica che sta mostrando le prime gravi ripercussioni anche sul clima della penisola.
Sergio Mattarella lancia l’allarme, ricordando le vittime del Vajont, nel Teatro comunale di Belluno e scandisce le parole «Siamo sull’orlo di una crisi climatica globale, per scongiurare la quale occorrono misure concordate a livello globale». Una dichiarazione forte quella Presidente della Repubblica italiana, che sollecita le cariche dello Stato a fare di più e alla svelta, dal momento che il clima non aspetta nessuno.
Mentre in tutto il mondo il 15 marzo 2019 arriva il Global Strike For Future, una protesta che cerca di sensibilizzare i governi del Pianeta alle tematiche ambientali, anche il Presidente della Repubblica ci tiene a precisare la gravità della situazione.
Non si deve pensare che si tratti di eventi climatici eccezionali, ma si deve agire e lo si deve fare al più presto con politiche a lungo termine. Mattarella ricorda poi all’uditorio:
Mai come in occasione della tempesta Vaia è stato chiaro all’opinione pubblica italiana, che i mutamenti climatici in atto nel mondo comportano effetti pesanti anche sull’ambiente del nostro Paese e sulle condizioni di vita della nostra popolazione.
La tempesta del Vaia si è abbattuta sul Triveneto a fine ottobre e ha sconvolto l’ecosistema della zona, facendo cadere a terra ben 9 milioni di metri cubi di legno. PEFC nel corso di un’intervistaci ha parlato delle misure che l’associazione ha messo in atto per la zona e adesso anche il Presidente della Repubblica riporta l’attenzione su quello che è stato un vero e proprio disastro ambientale per il nostro Paese. Non si tratta infatti di eventi catastrofici che avvengono dall’altro lato del Pianeta, afferma Mattarella, ma di questioni che ci toccano in prima persona e che ci mettono in guardia da come il clima stia cambiando bruscamente.
L’invito è quindi quello di cercare soluzioni nuove per l’ambiente, mettendo da parte tutte quelle pratiche che anche in passato sono state attuate, ma che non hanno dato i frutti sperati.
Opere di contenimento e regimentazione, se non suffragate dall’apprendimento delle precedenti esperienze, non ottengono risultati positivi ma al contrario opposti a quelli prefissati, violando equilibri secolari che vanno difesi. Diversamente, rischiamo di ritrovarci altre volte a piangere vittime, frutto non della fatalità ma drammatica conseguenza di responsabilità umane. L’amara e indimenticabile esperienza del Vajont ce lo insegna ogni momento.
Il disastro che si ebbe sul Vajont fu anche colpa dello Stato e per questo Mattarella si scusa, mettendo in guardia che se continueremo a usare in questo modo le risorse e a non pensare al futuro si potrebbero avere molti problemi nei prossimi anni. La Repubblica è infatti responsabile di ciò che avviene sul suo territorio e delle politiche che sono state messe in atto e per questo si deve lavorare con lungimiranza.
Le politiche che si sono fino ad ora messe in atto sono state un passo avanti per il Pianeta, ma ancora non sono sufficienti, dato che no si sono raggiunti degli obiettivi duraturi e soprattutto non si è arrivati ad avere un modo di lavorare condiviso. Potranno fare qualcosa i ragazzi che scenderanno in piazza il 15 marzo? Forse lo sciopero globale per il clima scuoterà le menti dei numeri uno dei Paesi europei e permetterà di implementare politiche di salvaguardia delle specie e di conservazione dell’ambiente.
Il discorso del Presidente della Repubblica è però un bel segnale per il Paese, un modo per mostrare come anche i vertici del potere siano interessati a cercare soluzioni e a alleggerire l’impatto che la società industrializzata sta avendo sul territorio.
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