Formula maturità 2022: le dichiarazioni del sottosegretario all’Istruzione prospettano un ritorno alla normalità pre-Covid. Il dibattito sul tema.
Era solo questione di tempo e tutto sarebbe tornato quasi come nel pre pandemia. Parlando di scuola e in particolare di esame di maturità si avviano prove di normalità con la fatidica reintroduzione degli scritti. Lo dice il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso nelle vesti di portavoce ufficiale del ministro Bianchi.
La notizia che non lascerà indifferenti i maturandi 2022 è infatti stata data a seguito di vari accesi dibattiti sul tema condotti tra gli addetti ai lavori. Le richieste di procedere lungo questo percorso di “restaurazione” del precedente sistema erano tante e si avvicendavano in nome del desiderio di marcare una tappa formativa importante per il cammino degli studenti.
Alcuni docenti avevano addirittura fatto pervenire a Bianchi una richiesta formale sotto forma di lettera. Le loro parole insomma sono state ascoltate, si dovrà ora passare ai fatti e alla definizione dell’organizzazione operativa delle sedute d’esame.
Il parere del ministro e la lettera dei docenti
La cosa più sorprendente a fronte di questa decisione, che per l’appunto non è stata neanche annunciata dal ministro in persona bensì dal suo sottosegretario, è che Bianchi stesso era a espressamente favore del mantenimento della «maturità light».
In un suo intervento al programma Agorà, il ministro aveva detto:
«Sto avendo riscontri positivi dai ragazzi, avere tempo per articolare un pensiero complesso, questa è la maturità. E’ una maturità che prepara all’università, al lavoro e ad altre possibilità di crescita».
In sintesi per Bianchi l’esame emergenziale non era affatto light ma un vero e proprio nuovo esame. Il maxi orale del resto non prendeva soltanto di soddisfare i requisiti di un’interrogazione semplice con domande extra sul percorso PCTO e l’educazione civica. La presenza di uno scritto concordato ed esposto per il ministro conferiva autorevolezza alla tesi sostenuta dallo studente quasi equiparando l’esperienza alla discussione della tesi di laurea.
Opinione ben diversa è quella espressa da un vasto numero di docenti italiani che hanno sentito la necessità di inoltrare ai giornali una lettera indirizzata al ministro ponendo l’accento sulla necessità di una modalità dignitosa e completa. Le parole scritte in questo documento sono le seguenti:
“Che l’esame debba essere una verifica seria e impegnativa è nell’interesse di tutti. In quello dei ragazzi – per cui deve costituire anche una porta di ingresso nell’età adulta – perché li spinge a esercitarsi e a studiare, anche affrontando quel tanto di ansia che conferma l’importanza di questo passaggio. Infine la scuola, che delle promozioni si assume la responsabilità, riacquisterebbe un po’ di quella credibilità che ha perso proprio scegliendo la via dell’indulgenza.”
Se le ragioni di queste posizioni siano quindi da ascriversi alla serietà e all’autorevolezza o anche ad una questione di immagine per quanto riguarda l’istituzione scolastica però non è chiaro.
Tra le firme di questo documento, ad ogni modo, figurano professori universitari da vari atenei di grande caratura nazionale ed è quindi lecito pensare che ci si riferisca anche alla volontà di improntare il livello educativo in linea con la visione del mondo accademico.
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Maturità 2022: come si svolgeranno quindi le prove?
Sembra essere definitivamente sventata la prospettiva in cui, come da 2 anni a questa parte, ci si rifaceva soltanto al maxi orale finale. Ma allora cosa bisogna aspettarsi a questo punto dalla maturità 2022?
Le opzioni in ballo sono due e si sostanziano in un ritorno alla classica divisione in tre prove o in una versione rivisitata che contempli soltanto il tema di italiano come scritto da sostenere.
L’ipotesi numero uno (esame tradizionale) prevede la seguente suddivisione delle prove:
- due prove scritte (prima di italiano, seconda sulle materie d’indirizzo);
- colloquio orale.
La seconda ipotesi prevede invece una variazione minima ma sensibile che va impattare sulle materie di indirizzo relegandole alla versione già nota dell’esposizione orale finale:
- scritto d’italiano;
- orale rinforzato.
L’incognita resta però il contenuto dell’orale stesso e la questione delle buste a fronte della vecchia tesina poiché, dal momento in cui si vuole ripristinare un vecchio sistema almeno in parte, non è da escludere che lo si faccia integralmente.
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