I dati relativi al Jobs Report statunitense preoccupano i mercati finanziari ma il valore del Consumer Price Index (CPI) - ovvero l’inflazione - ancora di più.
I dati relativi al rapporto sul Non Farm Payrolls e al tasso di disoccupazione segnalano un netto rafforzamento del mercato del lavoro, ma il focus dei mercati ora è tutto sulla pubblicazione dei tassi di inflazione statunitensi, in pubblicazione giovedì 13 ottobre.
Un recente rapporto mensile ha mostrato un tasso di disoccupazione in discesa con livelli salariali in espansione. Tipicamente questo genere di notizie rappresenta un segnale positivo per l’economia di un Paese mentre, in un contesto macroeconomico come quello che i mercati occidentali stanno attraversando attualmente, potrebbe rappresentare un importante campanello di allarme. Questi dati creano infatti il presupposto per un inasprimento della politica monetaria in vista del prossimo incontro della Fed a novembre.
Le aspettative sull’inflazione USA
In questo momento storico, il dato più importante preso come riferimento dal mercato borsistico è probabilmente il rapporto CPI.
Il consumer price index (CPI), comunemente conosciuto con l’agronomico italiano ICP (Indice dei prezzi al consumo), è il principale indicatore utilizzato per monitorare il tasso di inflazione e avere un’idea del costo della vita in un determinato Paese.
I dati sul CPI statunitense usciranno questo giovedì come evidenziato dal calendario economico di questa settimana.
Gli economisti si aspettano che l’indice in questione, privato della componente legata alla volatilità dei prezzi energetici e alimentari, possa subire una flessione al ribasso rispetto al mese precedente.
Come affermato da Eric Stein, Chief Investment Officer presso Morgan Stanley Investment, “l’unica risposta che vogliono i mercati, è sapere a quanto ammonterà l’inflazione fra un anno”. Difatti, gli operatori di borsa sperano che il dato sul CPI possa fornire informazioni relative alle decisioni future di politica monetaria della banca centrale.
Gli scenari di borsa in risposta all’inflazione
Tecnicamente, una riduzione dell’inflazione rispetto alle aspettative potrebbe impattare positivamente sui mercati finanziari poiché significherebbe che le scelte della banca centrale stanno mostrando finalmente i loro frutti.
Viceversa, un dato superiore alle aspettative, combinato con i dati positivi del mercato del lavoro della scorsa settimana, potrebbe creare i presupposti per un ribasso generale dei prezzi degli indici borsistici americani. Il verificarsi di quest’ultimo scenario, effettivamente, incentiverebbe la Fed a coltivare una politica più aggressiva rispetto al passato.
Questo impatterebbe negativamente sulle quotazioni azionarie e positivamente sui rendimenti obbligazionari statunitensi.
In aggiunta, è ormai chiaro come l’andamento europeo sia fortemente dipendente da quello americano e, quindi, un aggravamento della situazione economica oltreoceano potrebbe provocare importanti conseguenze anche sul mercato domestico.
Da un punto di vista tecnico è presumibile aspettarsi una compressione della volatilità nell’inizio settimana per assistere a un aumento della stessa in prossimità e dopo la fuoriuscita dei dati relativi al CPI.
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