Torna la calma sul mercato del debito ad alto rendimento, la “tempesta perfetta” che minacciava i mercati a inizio 2016 sembra passata.
I mercati sembrano essere usciti dalla “tempesta perfetta” che minacciava i mercati finanziari mondiali nelle prime settimane dell’anno.
Solo pochi mesi, ma la differenza è rilevante. L’inizio del 2016 ha avuto come protagonista un forte caos sui mercati finanziari: l’azionario cinese ha subito forti crolli, il prezzo del petrolio è sceso al di sotto dei 30 dollari al barile, i bond delle società petrolifere hanno scatenato il panico e gli investitori sono usciti dal mercato per paura di ulteriori ribassi.
I livelli si rischio sui titoli di debito ad alto rendimento (high-yeld) hanno raggiunto livelli da record, una nuova crisi mondiale sembrava ormai imminente.
Ma con l’aumento del rischio di non ricevere tutto il rendimento dovuto alla scadenza dell’obbligazione aumentano anche le opportunità di guadagno.
È la caratteristica del mercato del debito, più volatile rispetto ai titoli di stato, ma più popolare tra gli investitori perché offre alti ritorni sugli investimenti in un mondo a tasso zero. Il debito ad alto rendimento comporta un rischio più grande e un possibile ritorno più alto, soprattutto se i titoli di debito rilasciati dalle società hanno un rating a BBB- o inferiore.
Alla fine del 2015, alcuni fondi di investimento hanno voluto scappare dall’implosione del mercato ad alto rendimento, causando un’ondata di panico.
Le previsioni erano delle peggiori: l’analista Albert Edwards, di Societe Generale, aveva anticipato un crollo del mercato del debito, con un rapido effetto domino sul mercato azionario che avrebbe fatto perdere allo S&P 500 il 75%.
Invece, i mercati sono risaliti.
Gli analisti alla Jefferies, banca di investimento, guidati da Sean Darby, hanno individuato due fattori principali per cui i mercati sono riusciti ad evitare il peggio:
- la politica monetaria espansiva, che rende più economico prestare denaro;
- la ripresa del prezzo del petrolio.
Le condizioni monetarie degli Stati Uniti si sono allentate, con il tasso di inflazione in salita e i tassi reali in negativo nonostante il rialzo dei tassi dello scorso anno. Le condizioni di politica monetaria della Cina, grazie al doppio taglio del RRR e la crescita dei prestito bancario, hanno ulteriormente facilitato lo stimolo monetario nel blocco del dollaro.
Il calo della produzione di petrolio nei Paesi non-OPEC (guidati dagli Stati Uniti) e il tentativo in corso tra i membri dell’OPEC di trovare un accordo sul congelamento dei livelli di output stanno sostenendo il rialzo del prezzo del petrolio.
In poche parole, la “tempesta perfetta” sta passando e un certo numero di fattori ha portato ad un’espansione degli stimoli di politica monetaria.
Il risultato è il ritorno di una calma relativa sul mercato del debito ad alto rendimento, dove gli investitori tornano a far fluire i propri capitali.
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