Mercati nervosi: in Cina frena la crescita, impennata petrolio e inflazione

Violetta Silvestri

18/10/2021

I mercati oggi risentono dei dati economici cinesi, con il PIL del dragone in brusca frenata. Petrolio verso nuovi massimi e inflazione in continuo aumento innervosiscono gli investitori.

Mercati nervosi: in Cina frena la crescita, impennata petrolio e inflazione

I mercati oggi virano in territorio negativo in Asia. La settimana inizia all’insegna di perdite per tutte le principali piazze asiatiche, condizionate anche dai deludenti risultati economici della Cina.

I prezzi del petrolio hanno raggiunto nuovi massimi pluriennali, continuando la loro recente impennata nel pieno della crisi energetica globale che non accenna a distendersi. L’inflazione in aumento resta una delle preoccupazioni maggiori dei trader e degli economisti.

In questa cornice, vediamo cosa succede oggi nei mercati.

Mercati oggi in rosso trascinati dal PIL cinese

Alle ore 8.00 circa, i principali indici asiatici scambiano tutti al ribasso. Il Nikkei perde lo 0,25% e in Cina Shenzhen e Shanghai sono in rosso, in calo rispettivamente dello 0,89% e dello 0,44%. Anche Hong Kong va sotto la parità con un ribasso dello 0,59%.

A spingere in basso il sentiment sono innanzitutto i dati di Pechino, che hanno deluso ogni attesa su crescita e produzione industriale.

Nello specifico, il PIL cinese è aumentato del 4,9% nel terzo trimestre, al di sotto delle aspettative degli analisti in un sondaggio Reuters per un’espansione del 5,2%. Anche la produzione industriale ha mancato le previsioni, in crescita del 3,1% a settembre, contro le stime di un +4,5%.

La Cina sconta una situazione complessa, pressata da carenza di energia, colli di bottiglia nell’offerta e aumento del nervosismo nel settore immobiliare, mentre la saga sul destino dell’indebitato promotore immobiliare Evergrande continua.

Yi Gang, il governatore della banca centrale cinese, ha dichiarato domenica che l’economia cinese “va bene”, ma ha dovuto affrontare sfide come i rischi di default per alcune aziende a causa di una “cattiva gestione”.

Il petrolio corre e l’inflazione preoccupa i mercati

La settimana inizia anche con l’inarrestabile avanzata del petrolio, che ha registrato l’ottavo aumento settimanale con il greggio West Texas Intermediate oltre gli 83 dollari al barile stamane, il massimo dal 2014. Il Brent si è avvicinato agli 86 dollari al barile e viaggia sugli 85 mentre si scrive.

Gli investitori continuano scontrarsi con l’inflazione alle stelle, con la crescente carenza di energia che sta provocando ulteriori tagli alla produzione e facendo salire i rendimenti obbligazionari.

Allo stesso tempo, la ripresa economica rimane irregolare mentre i banchieri centrali si stanno avvicinando alla riduzione degli stimoli.

Il governatore della BoE Andrew Bailey ha affermato che la banca centrale “dovrà agire” per frenare le forze inflazionistiche, avvertendo che l’aumento dei costi energetici significherà che le pressioni sui prezzi dureranno.

Da segnalare, che Bitcoin è tornato sopra i $ 62.000 poiché il primo ETF sui futures su Bitcoin degli Stati Uniti potrebbe debuttare tra oggi e domani.

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