La blockchain di Ethereum è sempre più vicina al Merge, che rappresenta il passaggio definitivo al Proof-of-Stake. Ecco cos’è e cosa può cambiare in futuro.
La Ethereum Foundation ha comunicato la buona riuscita del “Merge” di Ethereum eseguito sulla testnet di Kiln, una copia della blockchain di ETH usata per testare l’efficienza degli aggiornamenti che traghetteranno la criptovaluta verso un nuovo protocollo di consenso: il Proof-of-Stake (PoS).
Da tempo la community di Ethereum si sta preparando per accogliere questo importante cambiamento, anche in considerazione del fatto che le principali crypto rivali di ETH, come Solana, Polkadot, Cardano e Polygon solo per citarne alcune, stanno già sfruttando il potenziale del PoS.
Merge di Ethereum: cos’è e cosa cambia
Come premesso, il Merge di Ethereum, o Fusione di Ethereum in italiano, è il processo mediante il quale la blockchain di ETH migrerà verso il protocollo Proof-of-Stake (PoS). Più nel dettaglio, la mainnet di Ethereum si fonderà con la Beacon Chain, il meccanismo di coordinamento che consentirà la creazione dei nuovi blocchi, la loro validazione e il riconoscimento dei soggetti incaricati di mantenere in sicurezza la rete, ossia i cosiddetti “validatori”.
Si ricorda che attualmente la rete di Ethereum si serve del protocollo Proof-of-Work (PoW), basato sull’operato dei miner e sulla potenza di calcolo dei computer, che si traduce in un elevato consumo di elettricità. Con la transizione al Proof-of-Stake, i miner saranno sostituiti dai validatori, aspetto che comporterà una serie di vantaggi:
- riduzione del 99% del consumo di corrente elettrica
- transazioni più rapide e netto calo delle fee per trasferire ETH
- riduzione del numero di criptovaluta circolante (tasso d’inflazione annuo prossimo allo 0%).
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Dato che la quantità di token circolanti è destinata a diminuire progressivamente, nel prossimo futuro Ethereum diverrà a tutti gli effetti una criptovaluta deflazionistica. La scarsità di un bene finisce spesso per supportarne il rialzo delle quotazioni nel lungo periodo, uno scenario che molti trader prospettano anche per la valuta digitale.
Alla luce di ciò, è verosimile aspettarsi che molti miner investiranno gran parte dei loro guadagni nello staking, nella speranza di divenire validatori; si stima che i premi per chi manterrà bloccati i propri token possano superare il 10% annuo, sebbene molto probabilmente queste ricompense non saranno paragonabili a quelle che sono al momento corrisposte ai miner. A ogni modo, l’accumulo di token ETH può rivelarsi ugualmente profittevole, specie se in contemporanea con un netto rialzo del suo prezzo.
Merge di Ethereum: i prossimi passi
Secondo quanto riportato dalla Ethereum Foundation, la fusione tra la testnet Kiln e la Beacon Chain ha avuto luogo con successo il 15 marzo 2022, e al momento la rete adotta interamente il protocollo di consenso PoS.
Tuttavia, gli sviluppatori hanno sottolineato che si sono verificati alcuni piccoli malfunzionamenti inerenti la creazione dei blocchi: un client non ha prodotto blocchi, nonostante ci fossero sufficienti validatori che autorizzavano le transazioni e la rete godesse di una forte stabilità. Un’altra piccola anomalia ha riguardato il calcolo delle fee per le transazioni di un blocco, problema che è stato attribuito a un piccolo errore di programmazione risolto in un successivo momento.
“Questa fusione segna il culmine di sei anni di ricerca e sviluppo in Ethereum e si tradurrà in una rete più sicura, tempi di blocco prevedibili, e una riduzione del 99,98% dell’uso di energia quando verrà rilasciato sulla mainnet più avanti nel 2022”.
È il commento della Ethereum Foundation sull’esito dell’ultimo testnet pubblico prima del passaggio definitivo al Proof-of-Stake. In aggiunta, i membri della fondazione hanno spiegato che il Merge sarà ultimato entro la fine del secondo trimestre dell’anno, e che determinate funzionalità, tra cui la possibilità di ritirare gli Ethereum che si trovano in staking, non saranno sbloccate immediatamente dopo il termine della fusione.
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