A Malta si arriva ad un accordo per la redistribuzione dei migranti. Per l’Italia è una prima svolta nella gestione degli sbarchi e dei rimpatri. Restano, però, alcuni aspetti deboli sulla questione migratoria. Analizziamo i punti dell’intesa.
L’accordo per la redistribuzione dei migranti è arrivato con il vertice di Malta. A conclusione dell’incontro tra Italia, Francia, Germania, Malta, con la presenza della Finlandia che presiede il turno dell’Ue e della Commissione, c’è una bozza di intesa per affrontare in modo più corale e comunitario l’emergenza sbarchi nel Mediterraneo.
Luciana Lamorgese, Ministro degli Interni italiano, trasmette una certa soddisfazione per quanto stabilito e annuncia una svolta finalmente per il nostro Paese. Cosa stabilisce questa prima condivisione di intenti sulla redistribuzione dei migranti?
Sono quattro i punti salienti dell’accordo. Innanzitutto c’è la questione della redistribuzione, accolta anche per i richiedenti asilo, non solo per i migranti che hanno già acquisito lo status di rifugiato. Poi si stabilisce che la ricollocazione avverrà in tempi rapidi, entro quattro settimane, e sarà obbligatoria per i Paesi che aderiranno all’accordo. Chi deciderà di accogliere la sua quota di migranti, inoltre, si occuperà anche della gestione dei rimpatri, non più responsabilità del Paese di primo approdo. Infine, la rotazione dei porti, punto delicato sul quale l’Italia focalizzava la sua attenzione, avverrà solo su base volontaria.
Luci ed ombre dell’incontro di Malta sui migranti
Che l’incontro di Malta sia un punto di svolta per l’Italia e per l’Europa è una considerazione abbastanza condivisa. La strada da fare per l’emergenza migranti nei Paesi Ue, però, è ancora molto lunga e non facile. L’aspetto più positivo sottolineato dai ministri partecipanti è senza dubbio la voglia di collaborare, il senso di solidarietà dimostrato e l’idea che chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. Un principio non scontato e di fondamentale importanza per noi italiani.
Restano, comunque, delle ombre su quanto stabilito - o non stabilito - a Malta. Innanzitutto l’accordo è solo una bozza di appena quattro Paesi. Il vero banco di prova per la questione della redistribuzione dei migranti e i rimpatri ci sarà l’8 ottobre. In quella data, infatti, si incontreranno tutti i Paesi membri al Consiglio affari interni di Bruxelles proprio per discutere ed approvare il documento.
Poi occorre sottolineare che la redistribuzione dei migranti accordata non va a sostituire la politica di asilo Ue e, nello specifico, il Trattato di Dublino, che resta in vigore. L’intesa di Malta opera in automatico solo per i Paesi aderenti e ogni volta che si presenta il caso di sbarchi o arrivi con navi di ONG o della Marina militare.
Infine, anche l’accordo Italia-Libia, più volte criticato, mantiene la sua efficacia.
Intesa su redistribuzione migranti: positivo Conte, cauto Di Maio
L’esito del vertice di Malta e dell’accordo sulla gestione migratoria in Ue arriva in una giornata densa di eventi internazionali ufficiali. I commenti del Presidente del Consiglio e del Ministro degli Esteri italiani, infatti, giungono da New York, dove è in corso l’Assemblea dell’Onu.
Per Giuseppe Conte il giudizio è positivo, anche se sottolinea la necessità di un “più efficace meccanismo di rimpatri”. Più prudenti le parole di Di Maio. Il Ministro, infatti, ricorda che il meccanismo della redistribuzione dei migranti “non è la soluzione del fenomeno migratorio”. Il nodo resta, per Luigi Di Maio, il blocco delle partenze e il rimpatrio di chi arriva sul nostro territorio da Paesi stabili.
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