Scenario da guerra fredda nel mondo, proprio nei giorni del G7: Russia, Cina, USA sempre più nemici. Cosa rischia l’Italia con una tensione alle stelle?
Guerra fredda nel mondo alla ricerca di nuovi equilibri post-Covid? Stando alle dichiarazioni dei grandi leader il clima non sembrerebbe proprio pacifico.
Stati Uniti e Cina dominano la scena globale con le loro avverse ambizioni, con la Russia di Putin che ammette di aver raggiunto i livelli più bassi nelle relazioni con Washington.
In una cornice così complessa delle relazioni internazionali e con una ripresa economica tutta da costruire ancora, cosa può rischiare l’Italia con il ritorno di una guerra fredda di tipo commerciale?
Mondo bloccato in una nuova guerra fredda: perché?
Tensione e clima piuttosto avverso tra le due potenze mondiali: Cina e USA, nonostante tentativi di cooperazione, appaiono sempre più nemiche. E in vena di ritorsioni economiche e politiche che stanno facendo piombare il mondo in una nuova guerra fredda.
Gli indizi arrivano tutti dalle ultime mosse delle potenze e dal G7.
I leader del Gruppo dei Sette riuniti questo fine settimana in Inghilterra stanno discutendo anche i piani per contrastare gli sforzi della Cina nell’acquisire influenza in tutto il mondo.
Le potenze del G7 mirano a lanciare un’iniziativa infrastrutturale coordinata per i Paesi in via di sviluppo come risposta ai progetti finanziari cinesi già attivi in diverse aeree del mondo.
Nel dettaglio, dalla riunione in Cornovaglia sono emersi alcuni aspetti del programma “Build Back Better for the World”, inteso come alternativa alla Belt and Road Initiative della Cina, un’enorme impresa da trilioni di dollari che ha visto Pechino sostenere una rete di progetti infrastrutturali.
In più, Biden probabilmente spingerà tutti i Paesi partecipanti al meeting a definire l’uso da parte della Cina del lavoro forzato uiguro una concorrenza economica sleale, oltre a una pratica in violazione dei diritti umani.
L’intento statunitense è chiaro: ottenere l’appoggio, soprattutto dell’Europa, per isolare la Cina a livello economico-commerciale. In realtà l’UE nicchia, visto che con Pechino ha intenzione di dialogare, come l’ambizioso accordo per gli investimenti - Comprehensive Agreement on Investment - avviato a fine 2020 ha in parte evidenziato.
Nella globalizzazione sempre più spietata, il mercato asiatico è importante per le stesse imprese europee.
Gli USA, però, insistono sull’isolamento di Pechino. Se, poi, si aggiungono anche gli attriti con la Russia di Putin, il clima da guerra fredda è completo. Il rischio che si corre in questa tensione crescente è alto: le armi sono sempre di più dazi e pratiche protezionistiche. Che minacciano anche l’Italia.
Cosa rischia l’Italia con tensioni USA-Cina-Russia?
Nella faticosa strada del rilancio economico post-pandemia, l’accentuarsi di relazioni fredde e conflittuali tra le potenze del mondo potrebbe costare cara all’Italia.
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Il motivo è semplice: la rivalità si sta giocando sul filo commerciale, con dazi e tariffe pronte ad aumentare.
D’altronde, il nostro Paese è già stato minacciato dagli USA con la possibilità di un +25% di dazi sull’export per la digital tax.
Un crescendo di ritorsioni protezionistiche che vede coinvolti USA, Cina, Unione Europea potrebbe essere deleterio per il rilancio del tessuto imprenditoriale italiano.
Le grandi potenze stanno correndo per accaparrarsi materie prime introvabili, chip in costante carenza, predominio tecnologico. Se la ricetta è farsi una guerra protezionistica per assumere il dominio, anche il sistema Italia, assetato di commodity, potrebbe subire gravi danni.
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