Il M5S si dividerà e tornerà il bipolarismo centrodestra-centrosinistra

Alessandro Cipolla

26 Settembre 2019 - 09:59

Ribolle il Movimento 5 Stelle: quando finirà questa legislatura nessuno vorrà tornare a casa, con i pentastellati che sembrano destinati a dividersi per un ritorno al bipolarismo centrodestra-centrosinistra.

Il M5S si dividerà e tornerà il bipolarismo centrodestra-centrosinistra

Quando i toni diventano esasperati è sempre sintomo di un profondo malessere. In casa Movimento 5 Stelle, nonostante la nascita del governo giallorosso che ha allontanato lo spettro delle elezioni anticipate, ribollono gli animi come si è capito dalla rivolta dei senatori contro il capo politico Luigi Di Maio.

Le ultime notizie parlano di una ventina di parlamentari che sarebbero intenzionati a passare con la Lega, mentre è ufficiale il cambio di casacca della senatrice calabrese Silvia Vono dai pentastellati a Italia Viva di Matteo Renzi.

Fin dal post voto del marzo 2018 si parla comunque di possibili grillini trasformisti, senza che poi sia avvenuto alla fine questo passaggio in massa verso altri lidi. Il fatto che al termine di questa legislatura gran parte degli attuali parlamentari 5 Stelle non saranno più candidabili in quanto al loro secondo mandato inquieta non poco il Movimento.

Nonostante le buone intenzioni del 2013, difficile che deputati e senatori dopo anni nella bambagia romana possano senza batter ciglio dire addio alla politica e tornare alla loro vita di prima.

Anche lo stesso Movimento senza più l’attuale classe dirigente, resterebbe di nomi spendibili soltanto quelli di Alessandro Di Battista e Gianluigi Paragone, potrebbe perdere molto del suo appeal e uscire fortemente ridimensionato alle urne.

Non è impensabile quindi immaginare in futuro una possibile scissione anche dei 5 Stelle: la parte fedele al presidente della Camera Roberto Fico con il centrosinistra mentre chi sta con Luigi Di Maio verso il centrodestra, per un ritorno a quel bipolarismo che sarà già tangibile alle elezioni regionali in Umbria dove saranno solo due i candidati in corsa.

In Umbria torna il bipolarismo

Prima del 2013, durante gli anni della nostra Seconda Repubblica con una perfetta alternanza una elezione veniva vinta da Silvio Berlusconi e quella successiva da Romano Prodi.

Con l’avvento sulla scena politica del Movimento 5 Stelle i poli da due sono diventati tre, con la conseguenza che nelle ultime due tornate elettorali non c’è stato nessun vincitore e sono state necessarie delle complesse trattative post voto per dare vita a un governo.

Un cambiamento non da poco, ma alle elezioni regionali in Umbria del prossimo 27 ottobre ci sarà una sorta di ritorno al passato che, al tempo stesso, potrebbe anche essere una anticipazione di come sarà caratterizzato il futuro politico del nostro Paese.

Dopo l’intesa di fine estate che ha permesso la nascita del governo giallorosso Conte bis, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle in Umbria hanno deciso di sostenere un candidato civico comune, l’imprenditore di Norcia Vincenzo Bianconi.

Sarà lui quindi uno dei due candidati in campo, pronto a sfidare la senatrice della Lega Donatella Tesei che guiderà la coalizione di centrodestra e che viene indicata come la favorita dai sondaggi.

Il Movimento 5 Stelle si divide?

Quando terminerà questa legislatura, tutti gli attuale big del Movimento 5 Stelle a esclusione di Gianluigi Paragone e Alessandro Di Battista non potranno più essere candidabili vista la regola dei due mandati.

Un problema questo che non riguarda soltanto gli esponenti più in vista, ma anche i tanti peones pentastellati che da tempo si starebbero guardando intorno per capire se ci possono essere delle opportunità di prolungare la propria esperienza politica.

Essendo un partito nuovo e senza una precisa identità culturale e storica alle spalle, nel Movimento convivono da sempre personalità più vicine alla destra e altre più vicine alla sinistra.

In tanti quindi sono nostalgici della alleanza con la Lega, mentre altrettanti hanno fortemente spinto per il simposio con il Partito Democratico. Quando si dovrà tornare alle urne, potrebbe esserci quindi una scissione quasi naturale.

Il Carroccio da settimane continua a dire che ci sono tanti parlamentari pentastellati pronti a passare con loro. Senza però la sicurezza di un seggio sicuro, difficile che al momento qualcuno possa abbandonare una posizione governativa per passare all’opposizione.

Lo scenario dell’Umbria, che potrebbe essere replicata anche alle prossime regionali e amministrative, potrebbe essere l’anteprima di un ritorno al bipolarismo: una parte dei 5 Stelle (Di Maio) con il centrodestra, l’altra (Fico) con il centrosinistra.

In mezzo al guado ci potrebbe essere il tentativo di Matteo Renzi di costruire un nuovo polo centrista e progressista con Italia Viva, ma senza grandi numeri sarebbe un suicidio staccarsi definitivamente dal centrosinistra.

Fondamentale sarà la battaglia in merito alla nuova legge elettorale, con Salvini che vuole il maggioritario e i giallorossi il proporzionale. Se dovesse avere la meglio la Lega, pronta al referendum a riguardo, con la sfida che sarebbe tutta nei collegi uninominali un ritorno al bipolarismo sarebbe a quel punto automatico.

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