Il muro tra Messico e Stati Uniti si può fare dopo che Trump ha dichiarato lo stato di emergenza naturale: ecco la lunghezza, i costi stimati e chi pagherà.
Il muro tra Messico e Stati Uniti continua a essere uno dei principali motivi di discussione politica Oltreoceano, tanto da aver causato anche il più lungo shutdown della storia americana.
Dopo più di due anni dal suo arrivo alla Casa Bianca, il tycoon continua a insistere sul muro chiedendo al Congresso un finanziamento da 5,7 miliardi, ma alla fine è stato trovato un iniziale: un reticolato lungo oltre 100 chilometri per un costo di 1,375 miliardi di dollari.
Questo accordo ha permesso di sospendere lo shutdown fino a settembre, ma adesso Donald Trump ha giocato la carta della emergenza nazionale ai confini con il Messico: così facendo il Presidente può sbloccare i soldi richiesti per il muro.
La lunghezza del muro tra Messico e Stati Uniti
L’obiettivo annunciato più e più volte da Donald Trump nel corso della campagna elettorale sarebbe quello di mettere fine al fenomeno dell’immigrazione clandestina dal Messico verso gli Stati Uniti.
Il progetto, ritenuto da molti esperti inutile, riguarda la costruzione di una barriera di cemento lungo il confine che separa Messico e Stati Uniti della lunghezza di circa 3100 chilometri e alta almeno 12 metri. Per la sua realizzazione è stato stimato l’utilizzo di circa 19 milioni di tonnellate di cemento.
L’opera andrebbe di fatto a rinforzare la barriera in lamiera già esistente tra Stati Uniti e Messico, costruita nel 1994 sotto la presidenza Clinton per far fronte all’allora ondata migratoria, definita dal popolo messicano “Muro della Vergogna”.
Dopo la firma dell’ordine esecutivo da parte di Donald Trump a inizio 2017 che autorizza la progettazione del muro separatore tra USA e Messico, lo stato di emergenza proclamato potrebbe permettere il finanziamento del muro.
I costi
Donald Trump durante la campagna elettorale aveva annunciato, facendo riferimento ad alcune stime fatte dalla National Precast Concrete Association (Associazione nazionale prefabbricati in calcestruzzo), che la costruzione del muro sarebbe costata all’incirca 10 miliardi di dollari (7,4 milioni per miglio). Cifra che sarebbe stata addebitata per intero alle casse messicane.
Nonostante il costo effettivo per la realizzazione del muro al confine tra USA e Messico sia difficile da determinare, molti esperti si sono mostrati assai dubbiosi circa le stime annunciate da Trump.
Al costo del materiale vanno infatti sommate le spese per l’acquisto dei terreni, nonché per la costruzione di strade e infrastrutture fondamentali per raggiungere alcune zone di confine ad oggi prive di vie d’accesso.
Secondo un rapporto stilato da Barnstein Research, che tiene conto del costo di tutti i materiali necessari alla costruzione, il costo del muro potrebbe spingersi ben oltre i 10 miliardi annunciati da Trump, e arrivare a toccare quota 25 miliardi di dollari.
Barnstein ha inoltre stimato che per pianificare il progetto e procedere all’acquisto dei terreni sui quali costruire il muro ci vorranno almeno uno o due anni, a cui andranno a sommarsene altri due per la costruzione.
Molti dubbi ruotano inoltre attorno alla retorica usata da Trump sul fatto che la costruzione del muro porterà alla creazione di migliaia e migliaia posti di lavoro. Secondo alcune ricerche, infatti, la realizzazione del muro potrebbe richiedere la manodopera di un centinaio di lavoratori soltanto.
Alla fine la richiesta del tycoon è stata di 5,7 miliardi per finanziare la costruzione del muro. Nonostante l’opposizione dei Democratici, che controllano la Camera, con lo stato di emergenza nazionale Trump potrà così ottenere i soldi senza il via libera del Congresso.
Chi paga?
Donald Trump ha più volte cercato di rassicurare i cittadini americani che la realizzazione del muro tra Stati Uniti e Messico sarà “100% a carico del governo messicano”.
Dopo la firma dell’ordinanza da parte di Donald Trump l’ex presidente del Messico, Enrique Peña Nieto, ha affermato di pretendere “rispetto” escludendo categoricamente che il Messico provvederà alla copertura dei costi.
Nel 2018 gli Stati Uniti hanno stanziato 1,8 miliardi di dollari per la costruzione del muro. Briciole quindi rispetto agli almeno 20 miliardi che dovrebbero servire per realizzare l’opera.
Visto che il Messico continua a opporsi, ecco che Trump ha quindi deciso di accelerare chiedendo al Congresso di finanziare per 5,7 miliardi di dollari la costruzione del muro.
Dopo le elezioni midterm dello scorso novembre al Congresso però i Democratici ora controllano la Camera, mentre al Senato la maggioranza dei Repubblicani è minima (51 senatori su 100).
La richiesta del finanziamento non è stata quindi ancora approvata, con lo stop che ha provocato un lungo shutdown negli Stati Uniti che ha causato grandi disagi e la perdita di miliardi di dollari.
Alla fine al Congresso Repubblicani e Democratici sembrerebbero aver trovato una mediazione: via libera allo stanziamento di 1,375 miliardi di dollari invece che di 5,7 miliardi come chiesto da Trump, con il muro che però diventerà un reticolato.
Per evitare questa sorta di declassamento, il Presidente ha giocato la carta dello stato di emergenza ai confini con il Messico, con il conto che comunque verrà sempre pagato dai cittadini americani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA