Sono destinati ad aumentare i mutui sulle seconde case? Questo è il rischio concreto annunciato in questi giorni dal cambio di una normativa europea. Ecco cosa vuol dire nel concreto.
Potrebbero cambiare le regole sul costo dei mutui per le seconde case. Il rischio è un aumento consistente per via della proposta di modifica del regolamento Ue 575/2013. Antonio Tajani, presidente della Commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo e coordinatore di Forza Italia, ha già reso noto il suo disappunto in merito e ha affermato che si batterà per impedire il cambiamento della norma.
“Il Parlamento non è obbligato ad adeguarsi”, ha detto, segnalando il rischio del cambio di tale normativa sui mutui per le seconde case. Ma cosa comporta per gli italiani? Banalmente che acquistare una seconda casa potrebbe costare di più.
La bozza del cambio di regolamento è attesa per fine maggio e quindi è meglio non fasciarsi la testa prima del tempo, anche perché potrebbero arrivare delle sistemazioni al testo nel lasso di tempo a disposizione. L’Italia dopotutto non è l’unico Paese che risentirebbe di una nuova normativa al rialzo per i mutui delle seconde case, anche la Francia si trova nella stessa condizione. Eppure, come è stato fatto notare, i Paesi nordici non sentirebbero lo stesso aggravio, visto che non sono soliti investire negli immobili e il peso della nuova norma sarebbe inferiore.
Infine l’Italia è affaticata da ulteriori questioni, quali la riforma del Catasto e la modifica dei valori fiscali, che come racconta Tajani porterebbero il mattone sotto attacco, fermando un mercato che genera lavoro e ricchezza.
Aumenta il costo del mutuo per le seconde case: ecco perché e quando
Niente è ancora certo, la discussione è attesa per fine maggio, ma prendiamo per vero quanto è stato annunciato nella proposta di modifica del regolamento Ue 575/2013. Se verrà approvato il testo così come nella formulazione attuale, il Parlamento acconsentirà a limitare l’impatto dei crediti in sofferenza sui bilanci delle banche rivedendo le norme di Basilea 3.
Nel testo, anticipato dal Corriere della Sera, si cita anche una “modifica in maniera sostanziale dei criteri di ponderazione del rischio sui prestiti” garantiti da ipoteca su immobile residenziale. Come detto in apertura, la bozza del cambio di regolamento è attesa per fine maggio e c’è il tempo per modifiche che diminuiscano il peso delle modifiche.
Che cos’è l’accordo di Basilea 3 e cosa c’entrano i mutui per le seconde case
L’accordo Basilea 3 ha introdotto, a partire dal 1° gennaio 2022, una nuova metodologia per il calcolo del rischio operativo. Tale metodo, che prende il nome Standardised Mesaurement Approach (SMA) è stato creato con l’obiettivo rendere più efficiente il procedimento.
Secondo Basilea 3 le banche devono dotarsi di sistemi di regole e procedure, oltre un’ampia base di dati e informazioni, per il calcolo del rischio operativo (rischio di perdite). Così facendo, si legge, sarà possibile prevedere particolari situazioni, assumere azioni correttive e quindi ridurre il rischio.
Mutui seconde case: cosa succede in concreto
Il regolamento attuale distingue immobili residenziali e non. Ai primi è riservata una valutazione del rischio più bassa, ma con la modifica tale trattamento verrebbe dato solo alle abitazioni di residenza del debitore, degli investitori o enti sociali che hanno l’immobile come locazione o per l’acquisto di una casa già affittata e che quindi produce reddito.
In concreto sarà maggiore il costo dell’operazione per il cliente. Ora, per esempio, un tasso di un mutuo per una seconda casa è solo poco più alto rispetto a quello per una prima casa, ma in futuro potrebbe aumentare a un tasso effettivo tra i 20 e i 40 centesimi più alto.
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