Molte cose sono cambiate con l’avanzare della guerra in Ucraina e ora Finlandia e Svezia sembrano pronte a unirsi alla Nato.
La Russia aveva minacciato “conseguenze militari” in caso di adesione, eppure la Finlandia sembra essere pronta a chiedere di entrare Nato, e anche la Svezia potrebbe seguire lo stesso esempio.
L’invasione russa ha convinto Helsinki e Stoccolma a schierarsi contro Mosca e a voler entrare a far parte dell’Alleanza atlantica; a tal proposito il governo finlandese sembra stia già lavorando a un aggiornamento del rapporto sulla politica estera e di sicurezza nazionale.
Il documento che prevede l’ingresso della Finlandia della Nato verrà presentato la prossima settimana a Bruxelles. Il segretario generale dell’Alleanza atlantica - Jens Stoltenberg - è favorevole all’adesione dei due Paesi del Nord Europa, i quali - da quando è iniziata l’invasione russa dell’Ucraina - si sono schierati contro Mosca inviando armi a Kiev, partecipando alle esercitazioni Nato e sequestrando anche le opere d’arte appartenenti ai musei russi.
Tutto dipenderà dalla decisione del Parlamento europeo.
Adesione alla Nato: ecco i motivi della Finlandia
In nessun’altra nazione come in Finlandia, la guerra in Ucraina sta ponendo una questione esistenziale e producendo una svolta epocale nella sua dottrina di sicurezza.
Membro dell’Unione europea sin dal 1995, la Finlandia non sembra più voler essere neutrale come durante la Guerra Fredda, quando era fuori dai blocchi e teneva rapporti di buon vicinato con l’URSS.
A tal proposito, prima di Pasqua il Parlamento di Helsinki presenterà un libro bianco di valutazione sui i pro e i contro di un’adesione. Ma i sondaggi recenti dicono che più del 60% dei finlandesi è favorevole all’ingresso nella Nato e Niinisto, l’uomo politico più popolare del Paese in quanto presidente della Repubblica finlandese, prevede che ci sarà una massiccia maggioranza parlamentare favorevole e che la decisione potrebbe esser presa dall’esecutivo di centro-sinistra di Sanna Marin già prima del vertice Nato di giugno a Madrid.
Adesioni alla Nato: dopo la Finlandia potrebbe seguire la Svezia
Se la Finlandia facesse il grande passo verso la Nato, non sarebbe da sola. Il suo esempio potrebbe infatti incoraggiare la Svezia che al momento tentenna per via dei dibattiti ancora aperti riguardo la prospettiva atlantica.
I segnali di una svolta comunque ci sono già: il sondaggio dello scorso febbraio, pochi giorni dopo l’inizio del conflitto, ha visto più favorevoli all’ingresso nella Nato (41%) rispetto ai contrari (35%). In più, la Svezia ha annunciato l’aumento delle sue spese militari al 2% del Pil, contro l’1,35% pianificato in origine, e ha iniziato a fornire armi all’Ucraina. Tale incremento è dato anche perché è stato registrato un interessante sviluppo: negli ultimi mesi è record il livello d’iscrizioni volontarie di civili alla difesa territoriale.
Nella sola settimana dopo l’invasione russa in Ucraina, sono stati 10 mila donne e uomini a far domanda, a fronte di un totale di 20 mila per tutto l’anno 2021.
Adesioni alla Nato: la risposta del Cremlino
Sorprende la risposta del Cremlino.
Un mese e mezzo fa, infatti, Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri Sergej Lavrov, ammise che l’ingresso di Helsinki alla Nato avrebbe avuto “ripercussioni gravi militari e politiche”.
Ma adesso si propongono parole e intenzioni discordanti. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, intervistato da Sky News Uk, ammette che un allargamento della Nato alla Svezia e alla Finlandia “non rappresenterebbe una minaccia esistenziale agli occhi della Russia”.
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