“Una Banca Centrale Europea pubblica se si vota La Sinistra, c’è una rivoluzione da fare”

Alessandro Cipolla

7 Maggio 2019 - 15:58

Intervista a Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana e candidato alle europee con la lista La Sinistra: “Incontro spesso elettori del M5S e del PD che ora guardano a noi per contribuire ad una svolta vera in Italia e in Europa”.

“Una Banca Centrale Europea pubblica se si vota La Sinistra, c’è una rivoluzione da fare”

C’è una rivoluzione da fare”. Ha le idee molto chiare Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana e candidato alle elezioni europee con la lista La Sinistra, su cosa si dovrà fare nei prossimi cinque anni a Bruxelles.

Per La Sinistra sarà una missione difficile ma non impossibile superare la soglia di sbarramento del 4% alle europee, con Fratoianni che si dice comunque ottimista visti i tanti delusi dalle politiche del Movimento 5 Stelle e anche del nuovo corso PD targato Nicola Zingaretti.

Intervista a Nicola Fratoianni

I temi centrali del programma della lista La Sinistra in vista delle elezioni europee del 26 maggio, ma anche i possibili futuri rapporti con il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, sono diversi i temi che abbiamo discusso insieme a Nicola Fratoianni a venti giorni dal voto.

Meno di un mese alle elezioni europee con Sinistra Italiana che ha dato vita insieme a Rifondazione alla lista La Sinistra. Facendo un passo indietro, cosa non ha funzionato nel progetto di Liberi e Uguali portato avanti alle politiche dello scorso anno e già naufragato?

Dentro Liberi e Uguali hanno convissuto opzioni politiche abbastanza differenti. Lo si è visto, purtroppo, anche durante la scorsa campagna elettorale, con l’indefinitezza su alcuni punti cruciali di programma, penso alla precarietà, alla legge Fornero o alla tutela dell’ambiente, su cui noi avremmo voluto più coraggio, più radicalità, per affrontare le sfide presenti. La stessa divaricazione si è proposta sul versante europeo. Legittimamente Articolo 1 pensa alla sua azione politica nel quadro del partito socialista europeo, quello che per tutti questi anni ha governato (male), sotto il segno della crisi e dell’austerity, insieme al centro-destra. E si candidano nella lista del PD, con Macron e Calenda. Noi guardiamo al gruppo della Sinistra Europea e vogliamo un’Europa libera dai mercati, dal dominio delle banche e della finanza tossica.

Dopo la vittoria di Nicola Zingaretti alle primarie del PD c’è stato un riavvicinamento tra i dem e “gli scissionisti” di Articolo 1. Alle europee non sono previste coalizioni, ma lei pensa che in futuro ci possa essere spazio per pensare a un nuovo centrosinistra ampio e coeso?

Le alleanze si costruiscono sui contenuti e sui profili programmatici. Se l’unico collante è battere Salvini, ma poi la musica che si suona è sempre la stessa, Salvini continua a spadroneggiare. Il tema è semplice: cancelliamo il Jobs Act? Ripristiniamo l’articolo 18? Copriamo i buchi contributivi dei giovani precari che hanno pagato più di altri la riforma Fornero? Fermiamo le grandi opere inutili e lavoriamo a un piano straordinario per il lavoro diffuso in tutto il territorio nazionale, basato sull’ecologia? Puntiamo sulla centralità di Sanità e Formazione pubbliche? Senza risposte chiare a queste domande, non si costruisce un’alleanza, ma un accrocchio. E la prima alleanza che va fatta è quella con chi ha pagato la crisi e le presunte riforme di questi lunghi anni difficili.

Possibile in queste europee si presenterà invece insieme ai Verdi con la lista Europa Verde. Poteva essere evitata questa divisione?

Io credo che potesse essere evitata e il tema, però, va posto a chi ha lavorato per dividere, utilizzando veti. Dopo di che, nulla che non accada anche in altri Paesi europei. Il sistema di voto delle europee è proporzionale e in Europa esiste il gruppo politico dei Verdi, come quello della Sinistra. Ciascuno si presenta per conto del gruppo politico cui aderisce. Noi per la Sinistra, che è il quarto gruppo in Europa.

Nel programma de La Sinistra per le europee si parla di salario minimo europeo e di uno stop alle politiche di austerità, temi questi presenti anche nel programma del Movimento 5 Stelle. Con i pentastellati sia in Europa che in Italia sono possibili delle convergenze programmatiche?

Se c’è la possibilità di sviluppare convergenze e raggiungere risultati che migliorano la vita delle persone, noi siamo disponibili. In Italia, come in Europa. Sottolineo però che il M5S non ha chiarito a quale gruppo europeo intende partecipare. La scorsa volta hanno ballato fra i nazionalisti euroscettici e i liberali. Molta confusione.

Sempre nel vostro programma per le europee parlate di uno stop ad alcuni trattati commerciali, TTIP e CETA, oltre che alla “finanza tossica”. Queste elezioni possono portare una svolta nelle politiche economiche dell’Unione?

Me lo auguro e dipende da quali forze politiche raccoglieranno maggiore consenso. Il quadro è chiaro e semplice: se si vuole una Banca Centrale Europea pubblica, che non utilizzi i nostri soldi solo per salvare le banche ma per stimolare investimenti nei paesi dell’Unione, l’unica cosa da fare è votare la Sinistra. Lo stesso vale per i diritti dei lavoratori e per i salari in tutta Europa. C’è una rivoluzione da fare.

Altro tema molto delicato è quello dei migranti, dove lei spesso si è impegnato anche in prima persona. Vista anche la situazione in Libia, c’è un rischio che un exploit delle destre in Europa possa aggravare ulteriormente la situazione umanitaria?

Io mi impegno sempre per i diritti dei più deboli, siano migranti che scappano dalla morte, o lavoratori licenziati. Il grande inganno della destra nazionalista è quello di additare un nemico (i migranti) che però non sono i responsabili del disastro che continuano a vivere i popoli europei. Per altro, ciascuno di questi signori pensa al proprio orticello. Tanto che il premier ungherese Orban, per esempio, grande amico di Salvini, è uno dei maggiori responsabili del mancato ricollocamento dei migranti che arrivano in Italia. Strano, no? Non risolvono i problemi, li accentuano.

La Sinistra riuscirà a superare la soglia di sbarramento del 4%?

Non ho la sfera di cristallo e non mi fido dei sondaggi che ci vedono in crescita. Stiamo facendo l’impossibile, strada per strada, per comunicare quello che vogliamo fare in Europa e in Italia. Ma sono ottimista perchè registro in giro interesse ed affetto. Incontro sempre più spesso elettori del M5S delusi ma anche persone che hanno votato alle primarie del Pd e che ora guardano a noi per contribuire ad una svolta vera in Europa e anche in Italia.

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