Norwegian Air è in profondo rosso. La decisione del Governo norvegese, che ha negato all’azienda un ulteriore finanziamento per fronteggiare la crisi, mette ora a rischio il futuro della società.
Norwegian Air, la prima compagnia low-cost europea ad aprirsi alle rotte intercontinentali, potrebbe non sopravvivere alla pandemia in corso.
L’intero comparto del trasporto aereo, da marzo ad oggi, è stato violentemente colpito dalla crisi sanitaria in atto. Le restrizioni alla libertà di movimento dei cittadini, unitamente alle disposizioni relative al distanziamento sociale, hanno di fatto limitato, con una parziale eccezione per i mesi estivi, l’operatività delle principali compagnie aeree.
Norwegian Air, un tempo ambiziosa azienda che tentava di imitare il modello Ryanair, rischia ora di chiudere i battenti. La riluttanza del Governo norvegese a concedere ulteriori finanziamenti potrebbe infatti mettere la parola fine alla quasi trentennale storia della compagnia aerea.
Il Governo dice No a nuovi finanziamenti, il futuro di Norwegian Air è a rischio
La mossa del Governo guidato dal primo ministro Erna Solberg, che ha escluso ieri ulteriori interventi governativi per supportare Norwegian Air, è stata accolta con malumore dai vertici dell’azienda. Secondo il CEO della compagnia aerea, Jacob Schram, la decisione di Oslo “è molto deludente, sembra uno schiaffo”.
La delusione dell’azienda è dettata oltretutto dal generale supporto che le concorrenti stanno ricevendo dai rispettivi Governi per affrontare la crisi. In merito alle prospettive future dell’azienda, il CEO ha inoltre commentato, come riferito dal Financial Times, che “non si può escludere nulla ora. Né la bancarotta, né i licenziamenti o la cassa integrazione”.
La crisi dei conti della compagnia aerea è strettamente collegata alla ridotta operatività degli ultimi mesi. Solo 25 arerei, su una flotta di 140, hanno trasportato passeggeri nel terzo trimestre. Il numero di quest’ultimi, consequenzialmente, è sceso a 1 milione, un decremento di oltre il 90 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Crollano, rispetto al 2019, anche le entrate, che nell’ultimo trimestre si sono attestate a quota 143 milioni di dollari (91% in meno rispetto all’anno precedente).
La crisi della società, in assenza di aiuti supplementari da parte dello Stato, avrà delle forti ripercussioni sui dipendenti. Secondo gli osservatori, infatti, il numero dei lavoratori potrebbe scendere a 600, contro gli oltre 10.000 del periodo pre-pandemia.
In sofferenza l’intero comparto del trasporto aereo
Ma a soffrire, senza esclusioni, è l’intero settore del trasporto aereo. Secondo il rapporto pubblicato lo scorso ottobre da Air Transport Action Group, organizzazione Ginevrina che misura lo stato di salute del comparto, sono 46 milioni i lavoratori che potrebbero essere tagliati durante la crisi, dai dipendenti delle compagnie aeree agli addetti aeroportuali.
Di ieri, tuttavia, le confortanti notizie relative all’efficacia del vaccino proposto dalla Big Pharma Pfitzer che hanno generato entusiasmo sui mercati finanziari. Con i nuovi scenari aperti dalla possibilità di una distribuzione del vaccino già sul finire dell’anno, gli investitori hanno riscoperto i titoli in saldo delle compagnie aeree, riponendo così la loro fiducia su un rapido ritorno alla normalità.
Il rimbalzo ha interessato le azioni delle principali compagnie aeree, da British Airways a Lufthansa. Unica eccezione il titolo Norwegian Air che, complici i venti di crisi, ha continuato a muoversi in territorio negativo nonostante la giornata favorevole per il comparto: -13%.
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