Colori regioni, cosa cambia dopo Pasqua: Lombardia e Campania restano rosse, Veneto passa in arancione

Colori regioni: come e quando cambiano dopo Pasqua? Il nuovo monitoraggio ISS fa chiarezza sul colore delle Regioni dal 6 aprile.

Colori regioni, cosa cambia dopo Pasqua: Lombardia e Campania restano rosse, Veneto passa in arancione

Il monitoraggio ISS di oggi, venerdì 2 aprile, ha definito i nuovi colori delle regioni dopo Pasqua.

Nei giorni 3, 4 e 5 aprile tutta Italia diventa rossa, poi il 6 le regioni variano status a seconda del loro Rt e dell’incidenza dei contagi. Il 7 aprile entrerà in vigore il nuovo Decreto Covid che fino al 30 aprile conferma la sospensione delle zone gialle.

Ecco quindi di seguito quali regioni saranno rosse e arancioni e da quando.

Nuovi colori regioni: chi resta in zona rossa fino al 12 aprile

Con l’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, la situazione varierà solo a partire dal prossimo martedì 6 aprile.

Al momento quindi sono ancora 12 le regioni e province autonome in zona rossa e 9 quelle in zona arancione, con una mappa dell’Italia per fasce di rischio che andrà avanti fino al giorno successivo alla Pasquetta.

E poi, come cambieranno i colori delle regioni dal 6 aprile? A monitoraggio ISS appena effettuato, è certo che Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, Valle d’Aosta e Campania resteranno in zona rossa.

Ci sarà da aspettare il monitoraggio della prossima settimana prima di poter sperare in un’uscita dal grado più elevato di restrizioni.

Sono invece le Regioni di Veneto, Marche e Trento a passare in arancione, come d’altronde era già stato anticipato da diversi giorni. Lo aveva già assicurato ufficialmente persino il governatore del Veneto, Luca Zaia, che aveva spiegato di aver parlato con il Ministro della Salute, evidenziando l’importanza cruciale del riaprire non solo le attività, ma anche le scuole subito dopo Pasqua.

Il presidente ha poi parlato di “luce in fondo al tunnel che si vede, e non è un treno”:

“I ricoveri ospedalieri in Veneto stanno diminuendo. La fascia d’età più colpita va dai 45 ai 64 anni. 54 anni l’età media dei ricoverati. Ci sono poi 2.328 studenti, dai 7 ai 14 anni, attualmente positivi al virus.”

Restano in arancione Lazio, Abruzzo, Liguria, Basilicata, Sicilia, Molise, Sardegna, Umbria e la provincia autonoma di Bolzano.

Ecco quindi la ripartizione delle zone dal 6 aprile:

Le regioni in zona arancione saranno Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche Molise, Sicilia, Sardegna, Umbria, Veneto e Province autonome di Bolzano e di Trento .

Le regioni in zona rossa saranno Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta.

Le regioni nel dettaglio

Nulla di fatto per la Calabria, malgrado il netto miglioramento degli ultimi giorni: in base alla normativa attuale una regione che entra in zona rossa non può tornare arancione prima di 2 settimane, e inoltre per poter essere riclassificata deve registrare per 14 giorni consecutivi “un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive”.

La Calabria, entrata in zona rossa dal 29 marzo, dovrà quindi ancora attendere per il passaggio all’arancione che potrà essere possibile solo dalla settimana del 12 aprile. Ricordiamo che alle misure da zona rossa il presidente Spirlì ha aggiunto fino al 6 aprile 2021 il “divieto alle persone non residenti in Calabria di fare ingresso nel territorio regionale per raggiungere le seconde case, salvo che per comprovati motivi di necessità o urgenza”.

Previsto anche il divieto “di ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori in zona rossa nonché all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute; è consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.

Oltre ad aver confermato l’assenza delle zone gialle e bianche fino al 30 aprile, il nuovo decreto Covid di aprile conferma anche il parametro per cui la zona rossa scatta con un’incidenza dei contagi pari a 250 casi ogni 100.000 abitanti, anche se l’Rt è sotto 1,25. Un criterio, questo, piuttosto contestato dalle regioni: esemplare il caso dell’Emilia Romagna, rossa nonostante un Rt sotto l’1.

Diversa da quella che ci si aspettava la situazione per la Campania, per la quale fino a 48 ore fa sembrava certo il passaggio in zona arancione, ma sarà però rimandato. L’Rt rimane troppo alto, 1.33, confermando così per la regione di De Luca il rischio alto. La regione rimarrà così, almeno per altre due settimane, nella fascia di rischio più alta non solo per l’Rt, ma anche per il numero di nuovi positivi registrati.

Una decisione commentata con favore anche da Vincenzo De Luca che ha spiegato:
«Dobbiamo cominciare a entrare in uno stato d’animo diverso a partire da Pasqua. Dobbiamo proiettarci sempre più anche psicologicamente verso il futuro, cominciare a pensare sempre più a quello che potrà essere la nostra vita fra 2 o 3 mesi, perché oggi vi sono tutte le condizioni per cominciare davvero il cammino per uscire da questo calvario».

Un caso a parte la Sicilia, travolta dallo scandalo sui dati alterati sui morti Covid. Come riportato da Adnkronos, la regione rischiava fino a poche ore prima di diventare rossa, sulla base di dati che per gli ultimi due giorni parlano di 2.904 nuovi positivi su 14.623 tamponi processati, con un’incidenza che sfiora il 20%. Ma alla fine si è optato per lasciarla in zona arancione.

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