L’oro ha chiuso ieri la nona seduta consecutiva al rialzo e si muove ora sui massimi di oltre quattro mesi, a 1.885 dollari l’oncia. Per il lingotto la ripresa economica alle porte è un fattore ribassista, ma il rialzo dell’inflazione e il gradimento del pubblico giocano in favore di nuovi allunghi: il punto.
Se Bitcoin&Co. stornano sotto i colpi di Elon Musk e delle banche centrali, dalla Pboc alla BCE, l’oro continua la sua marcia trionfale e chiude ieri la nona seduta consecutiva in rialzo, per poi sconfinare oggi in area 1.885 dollari l’oncia, di fatto sui massimi da inizio gennaio.
Il lingotto, su base year-to-date, scambia ancora in ribasso dello 0,6%, ma secondo gli analisti i prezzi – nonostante la ripresa economica alle porte – potrebbero essere destinati ancora a salire: il punto.
Oro, prezzi destinati ancora a salire?
Da una parte, la ripresa economica già citata, ora all’orizzonte grazie al cambio di passo della campagna vaccinale, alle politiche dovish delle banche centrali e alle condizioni di finanziamento favorevoli, ha già portato alcuni segmenti del mercato a smarcarsi dall’oro per riposizionarsi su asset più rischiosi ma a più alte performance.
Questa tendenza, a ben vedere, sembrerebbe essere destinata a consolidarsi tra riaperture e aumento dei tassi, se non fosse che – secondo gli analisti – le banche centrali sarebbero intenzionate a far correre i prezzi per ridurre la pressione dell’inflazione, come si evince dalla lunga melina sul tapering, ovvero il rallentamento del ritmo degli acquisti di bond sovrani.
“Crediamo che l’inflazione giocherà un ruolo di primo piano in molti paesi, poiché i Governi cercheranno di ridurre il valore reale del debito che hanno accumulato durante la crisi”, il commento del Franklyn Equity Group, con le banche centrali che potrebbero finire per convergere di nuovo sull’oro sfruttando i tassi d’interesse bassi, la volatilità sui mercati dei cambi e i chiari di luna sul fronte delle divise digitali.
Volano lingotti e oro monetato
Del resto, il boom dei lingotti e dell’oro monetato, come certificato dall’andamento di Confinvest – società del Conto Lingotto – e dalla domanda in costante crescita, rivela un appeal ancora solido nonostante le schiarite sul fronte economico, e segue l’onda lunga delle vendite di lingottini, sterline e marenghi dello scorso anno, +36%.
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