La politica del premier ungherese Viktor Orban ha suscitato molte polemiche da parte di Bruxelles, ma nel suo paese continua ad avere l’approvazione della maggioranza e in particolare modo delle famiglie.
Viktor Orban continua a sfidare l’Europa con le sue politiche che si basano su dare un aiuto sostanzioso alle famiglie e sulla limitazione dell’accesso ai migranti all’interno dell’Ungheria. Sono molte le critiche da parte dei giovani per le limitazioni dei diritti, seguite da quelle di Bruxelles che ha più di una volta invitato il premier a dare un taglio più democratico alle sue riforme. Ma anche se la tensione è alta, il politico ungherese continua ad avere la maggioranza. Qual è il tesoro di Orban? In cosa consiste la sua politica? In questo articolo cercheremo di porre in evidenza i punti più rilevanti.
Chi è Victor Orban?
Negli ultimi giorni si è parlato molto del primo ministro ungherese, sia per la sua politica contro l’immigrazione che del suo incontro con Salvini. Ma chi si cela dietro la sua figura? In un nostro articolo abbiamo raccontato tutta la sua storia. Qui di seguito riproponiamo solo i punti salienti. Nasce il 31 maggio del 1963 in piena guerra fredda a Székesfehérvár. Sin dalla gioventù si dedica non solo allo studio, laureandosi in Giurisprudenza, e in Scienze Politiche, ma anche alla politica fondando il partito Fidesz. Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1990, ritorna in Ungheria e si candida al parlamento con il suo partito, ricevendo l’8,8% dei voti. Il successo si avrà otto anni dopo nel 1998 quando sale al governo con il 29,4% dei voti e diventa primo ministro. Da allora la sua carriera è stata in continua ascesa. Alle elezioni del 2018 riceve il 49,27% dei consensi continuando a mantenere un pugno forte e deciso sul paese.
Il tesoro di Orban: valori cristiani e figli
I principi su cui si è sempre improntata la politica di Orban sono una combinazione di valori cristiani, famiglia e un certo autoritarismo con limitazioni democratiche. Il primo ministro ha creato un vero e proprio «tesoro politico e sociale», ponendo attenzione alle famiglie e incentivando la nascita dei figli. La crescita familiare e le leggi contro l’immigrazione sono i punti di forza della nuova realtà del paese. La politica di Orban è considerata una forma di modello dai partiti nazionalisti di gran parte dell’Europa.
L’Ungheria è uno dei paesi in cui il tasso di natalità è il più basso d’Europa. Il sostegno alle famiglie del primo ministro si basa su incentivare la nascita di un minimo di tre figli in un periodo di 10 anni, con contributi economici che non devono essere restituiti. Questo è il tesoro che ha permesso al premier di essere eletto per tre volte di fila e che ha utilizzato al fine di contrastare la fuga di molti giovani dalle città. Un esempio è Budapest dove solo nell’ultimo anno sono stati 300.000 i soggetti in età da lavoro che si sono trasferiti in altre parti d’Europa.
La politica contro i migranti e la costruzione del muro
La chiusura da parte dei migranti è una realtà che ha suscitato molte critiche anche tra i cittadini, ma Orban ha giocato sulle paure della maggioranza della popolazione che ha il timore di perdere il livello economico che si è difficilmente raggiunto. Infatti l’Ungheria sta vivendo una fase di grande crescita economica con uno sviluppo che è al di sopra della media dell’Europa con valori che vanno dal 3% al 5%. Per questo la costruzione di un muro tra Ungheria e la Serbia, ha suscitato grandi perplessità e critiche che ben presto sono state messe da parte. Grazie alla sua politica contro l’immigrazione anche camminando per la capitale del paese, per le strade e nelle zone periferiche industriali non si vedono volti di migranti.
Le scelte limitate dei giovani ungheresi: andare via o protestare
Se i pensionati e i gruppi familiari sono soddisfatti della politica del primo ministro le critiche dei giovani sono sempre maggiori. Si accusa il primo ministro di limitare la libertà di stampa, controllando tutti i giornali del paese e la possibilità del popolo di informarsi oltre a non offrire loro possibilità di crescita e sviluppo. Infatti l’accusa principale è quella che i soldi utilizzati per la politica familiare, e provenienti dalle tasse, potrebbero essere impiegati per incentivare i giovani a restare nel paese. Negli ultimi mesi sono state molte le proteste nelle piazze. A rendere le cose ancora più aspre vi è stata l’introduzione di una legge che ha portato a 400 le ore di straordinario che un’azienda può chiedere a un lavoratore, pagandole dilazionate in 3 anni.
La richiesta è quella di una politica che sia più improntata verso l’Europa e a sentirsi parte di essa. Per i giovani ungheresi sembrano esserci solo due possibilità: protestare oppure allontanarsi.
Le critiche da parte di Bruxelles
Non sono da meno le critiche da parte della Comunità Europea alle politiche drastiche del primo ministro ungherese. Le accuse sono molto pesanti, con violazioni dello stato dei diritti civili dei cittadini, oltre alla limitazione della libertà di stampa. Più di una volta si è minacciato l’applicazione dell’Art. 7 del Trattato Europeo il quale prevede che in caso di gravi violazioni da parte di un governo è possibile decretarne l’espulsione dalla comunità Europea. Il voto deve prevedere l’unanimità. La votazione è già avvenuta una volta, fallendo per l’esplicita volontà della Polonia che da tempo ha dichiarato il sostegno all’Ungheria. Ma in realtà da parte del Parlamento era solo un segnale nei confronti del premier.
Comunque a pochi giorni dalle elezioni europee la politica di Orban non sembra in nessun modo cambiare direzione e anzi le critiche contro le scelte in materia di immigrazione sono sempre più dirette.
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