Orban riforma anche il lavoro: più ore di straordinari, ma per i sindacati è “schiavitù”

Alessandro Cipolla

13 Dicembre 2018 - 11:54

Via libera del Parlamento ungherese alla riforma del Lavoro voluta dal primo ministro Viktor Orban: più ore di straordinari ma i sindacati protestano.

Orban riforma anche il lavoro: più ore di straordinari, ma per i sindacati è “schiavitù”

Chi vuole lavorare di piú per avere piú soldi adesso potrà farlo”. Con queste parole Viktor Orban ha difeso la modifica al codice del lavoro appena approvata dal Parlamento ungherese, dove può contare su una schiacciante maggioranza.

Da adesso in Ungheria si potranno fare fino a 400 ore di straordinari legali all’anno. Vista la debolezza dei lavoratori nei confronti delle aziende nel paese magiaro, per le opposizioni e i sindacati il rischio è che in molti non potranno rifiutarsi di lavorare 6 giorni a settimana o 10 ore al giorno.

La riforma del lavoro di Orban

L’Ungheria al momento si trova di fronte a quello che può essere considerato un “piacevole problema”. L’economia magiara infatti cresce a grandi ritmi, con il Pil in questo 2018 stimato al 4%, con le aziende che però si trovano di fronte a una carenza di manodopera.

Una problematica questa che riguarda anche gli altri paesi del blocco Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia), dove settori come l’industria e l’edilizia non riescono a crescere ulteriormente per questa mancanza.

Il paradosso è che l’Ungheria, così come gli altri di Visegrad, da tempo si oppone a ogni forma di accoglienza di immigrati, che potrebbero risolve questa carenza numerica di lavoratori, nonostante che siano tra i paesi dell’Unione che più ricevono fondi da Bruxelles.

Per ovviare a questa scarsità di manodopera ecco dunque che Viktor Orban, con una modifica al codice del lavoro ungherese, ha fatto votare al Parlamento un innalzamento delle ore di straordinari.

In sostanza adesso in Ungheria si potranno fare fino a 400 ore di straordinari legali ogni anno. Visto che le aziende lamentano una scarsità di manodopera, la soluzione del primo ministro è quella di far lavorare di più chi è già attualmente impiegato.

Naturalmente ogni lavoratore potrà scegliere se fare o meno questi straordinari, ma per i sindacati c’è adesso il rischio di una sorta di “schiavitù”, con dipendenti e operai che potrebbero lavorare anche 10 ore al giorno e 6 giorni alla settimana.

Vista la debolezza sindacale dei lavoratori nei confronti delle aziende, soprattutto quelle più grandi, alla fine questi potrebbero sentirsi come in obbligo ad accettare le richieste di fare più ore di straordinario, a fronte comunque di uno stipendio più pesante.

Davanti a questo boom economico, dettato dalle tante grandi industrie che hanno scelto di delocalizzare nei paesi dell’Est, Orban ha scelto di far lavorare di più gli ungheresi ma, senza un aumento numerico della forza lavoro, la crescita sarà sempre zavorrata da questa mancanza.

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