I rave party sono vietati in Italia? E cosa rischia chi li organizza? Il reato scatta solo a certe condizioni, vediamo quali.
Dopo il rave party di Viterbo, durato ben 6 giorni, molti si chiedono se organizzare questo tipo di eventi sia legale oppure no. La risposta potrà stupire molti lettori: nessuna legge in Italia vieta i rave, permessi in quanto espressione della libertà dell’individuo.
Nessun reato, quindi, se il fine ultimo del rave party è quello di ballare, divertirsi e creare un’occasione di aggregazione. Ma scattano conseguenze penali serie, invece, per chi vende e consuma droga o compie altri atti illeciti.
Sulla possibilità di organizzare i rave party in Italia si è espressa anche la Corte di cassazione. Ecco cosa ha detto.
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Cos’è un rave?
Rave party, sono legali in Italia?
In Italia, a differenza che in altri Paesi (ad esempio in Francia), organizzare rave party in luoghi pubblici o aperti al pubblico, come cave, locali abbandonati, terreni o parchi, non è vietato, a meno che non vengano commessi atti contrari alla sicurezza e alla salute pubblica.
In altre parole, chi organizza un rave al solo fine di divertimento non rischia nessuna conseguenza sanzionatoria e non commette alcun reato.
Tuttavia le attività illecite che generalmente, ma non necessariamente, vengono commesse durante questo genere di eventi (in primis in consumo di lsd, cocaina e altre tipologie di sostanze stupefacenti) possono comportare la denuncia penale; ma a rischiare è chi vende e consuma le sostanze indicate e non chi ha organizzato il rave per ragioni di intrattenimento e svago.
Caso a parte quanto accaduto nel rave party di Viterbo, dato che l’emergenza Covid ha obbligato il governo a chiudere discoteche e sale da ballo. Il party in questione si è svolto in barba alle regole di sicurezza, senza mascherina e senza controllo all’ingresso del green pass; per questa ragione l’opinione pubblica discute su quale pena comminare nei confronti di organizzatori e partecipanti all’evento.
Ma, lo ribadiamo, salvo il caso del Covid, in generale i rave party, essendo eventi pacifici a scopo di intrattenimento, non sono vietati da nessuna legge. E questo ai sensi dell’articolo 17 della Costituzione:
“I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.”
Il dettato Costituzionale prosegue dicendo che tali eventi pubblici possono essere vietati soltanto per “comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica”.
Cosa ha detto la Cassazione sui rave party
Una sentenza importante riguardo ai rave party è la n.36228 del 21 giugno 2017, nella quale la Suprema Corte di cassazione ha annullato la condanna nei confronti di un ragazzo che, insieme ad altri rimasti anonimi, aveva organizzato un rave a Pisa nel 2016.
In primo e secondo grado il ragazzo era stato accusato di aver violato il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, non avendo chiesto l’autorizzazione al Comune. Tuttavia la Corte ha ritenuto l’insussistenza del reato dato che il party era stato organizzato senza fini di lucro. Se, al contrario, ci fosse stato il fine “imprenditoriale” sarebbe stato lecito il controllo da parte delle autorità di pubblica sicurezza.
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