Oro e criptovalute, il piano di Putin contro le sanzioni dell’Occidente

Riccardo Lozzi

24/02/2022

Il piano di Putin per contrastare le sanzioni economiche dell’Occidente e proteggere l’economia della Russia: investimenti in oro e criptovalute.

Oro e criptovalute, il piano di Putin contro le sanzioni dell’Occidente

Dopo settimane di escalation, le truppe russe hanno iniziato l’invasione dell‘Ucraina, dando ufficialmente il via a quella che, secondo la dichiarazione del segretario Onu António Guterres, rischia di essere “la peggiore guerra del secolo”.

Con l’attacco militare ordinato da Vladimir Putin alle 4 di mattina in Italia, la risoluzione della crisi attraverso le vie diplomatiche sembra essere al momento tramontata e si attende ora la reazione dell’Occidente. Nelle ultime ore, Usa e Ue hanno annunciato dure ripercussioni economiche nei confronti della Russia, decidendo anche la sospensione dell’acquisto dei titoli di Stato.

La strategia puntava anche a creare un’opposizione interna al presidente russo, colpendo i miliardari e gli oligarchi a lui più vicini, i quali dall’inizio del 2022 hanno subito perdite per decine di miliardi di dollari.

Tuttavia, per non subire le stesse dure conseguenze per l’economia interna osservate all’indomani dell’invasione della Crimea nel 2014, Putin ha elaborato negli ultimi mesi un piano contro le sanzioni dell’Occidente, decidendo di impegnare le riserve dello Stato principalmente in oro, valuta estera e criptovalute.

Il piano di Putin contro le sanzioni dell’Occidente

Come è stato reso noto dalla Banca Centrale della Federazione Russa, alla fine del gennaio 2022, le riserve in valuta estera e oro ammontavano alla cifra record di oltre 630 miliardi di dollari. Un incremento notevole rispetto al valore aggregato di circa 590 miliardi di dollari registrato nello stesso periodo del 2021.

Una strategia che dovrebbe permettere di sostenere e salvare dal crollo il valore del rublo per un periodo di tempo considerevole.

Contestualmente è diminuito notevolmente il possesso di capitali in dollari a favore dello yuan cinese. Proprio con la Cina e Xi Jinping, Vladimir Putin sembra aver stretto una relazione speciale che gli potrebbe permettere di gestire la situazione economica interna, a differenza di quanto accadde 8 anni fa dopo l’invasione della Crimea.

Oro e criptovalute a sostegno dell’economia russa

La Russia può contare anche su uno strumento tecnologico che nel 2014 era agli albori: quello delle criptovalute.

Il settore delle monete digitali, esploso negli ultimi anni, permette a Mosca di poter operare in forma anonima sui mercati finanziari, riuscendo a ridurre l’impatto delle sanzioni.

Nonostante le autorità statunitensi stiano a loro volta provando a potenziare i controlli, al momento, per i Bitcoin e le altre criptovalute, un vero e proprio tracciamento appare molto complicato da raggiungere. Un’evidenza dimostrata in tempi recenti da Iran e Corea del Nord grazie, ad esempio, all’utilizzo della tecnica di hacking ransomware.

La Banca Centrale, inoltre, è pronta a sviluppare il Rublo digitale, per poter condurre scambi con altri Paesi al di fuori del sistema finanziario internazionale tradizionale controllato dagli Stati Uniti.

Le sanzioni economiche della Nato nei confronti della Russia rischiano così di essere delle armi spuntate a causa del piano elaborato da Vladimir Putin per mettere al riparo la propria economia in vista della guerra con l’Ucraina.

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