La maggiore propensione al rischio compensa le attese di una pausa della Fed sull’aumento dei tassi.
Stabilità sui mercati per l’oro. Il prezzo del bene rifugio per eccellenza è stabile con un rialzo dello 0,1% a 1.282,80 l’oncia.
Secondo gli esperti, diversi fattori stanno incidendo sulla performance del prezioso giallo. Intanto le aspettative sulle decisioni della Federal Reserve americana sui tassi, oltre che le incertezze geopolitiche legate alla Brexit e ai rapporti Usa e Cina.
Dall’altra parte però, a spingere l’oro c’è un miglioramento della propensione al rischio.
Il prezzo dell’oro
Il prezzo dell’oro nel primo giorno della settimana resta pressoché stabile, attestandosi a 1.288,80 dollari l’oncia, mentre i futures sul metallo prezioso negli Usa erano costanti a 1.282,10.
“I segnali accomodanti (provenienti dalla Fed, ndr) hanno tenuto sotto controllo la forza del dollaro, aiutando l’oro” ha spiegato Benjamin Lu, analista di Phillip Futures, Singapore.
L’esperto però osserva anche: “Ma d’altra parte, li abbiamo visti allentare i sentimenti ribassisti nei mercati azionari”.
Va sottolineato – come ricorda Reuters - che circa nelle due settimane precedenti alla prima riunione politica del 2019 della banca centrale degli Stati Uniti, dalla Fed hanno lasciato intendere di volerdare una pausa all’aumento dei tassi di interesse pluriennali.
A preoccupare più di qualcuno alla Federal Reserve statunitense ci sono diversi fattori: la crescita globale più lenta – come annunciato dalla Banca Mondiale pochi giorni fa -, un crollo delle scorte nell’ultimo trimestre e l’atteggiamento di chiusura del governo americano che non aiuta la ripresa dei consumi.
L’andamento dell’oro
Secondo le osservazioni di Lu “abbiamo assistito a condizioni molto positive per i titoli azionari e anche il dollaro ha goduto di una serie di scambi positivi. Tutte queste influenze in competizione hanno limitato l’appello al porto sicuro”.
L’esperto di Singapore, inoltre, non può fare a meno di aggiungere che l’oro sta affrontando una forte resistenza tecnica a raggiungere i 1.300 dollari, come in tanti da giorni si attendono.
I tumulti che hanno caratterizzato i mercati azionari e la debolezza del dollaro hanno spinto il prezzo del metallo prezioso all’insù di oltre il 10% da quando ha toccato i minimi a metà agosto.
Uno sguardo all’Asia e all’Europa
Lo scenario internazionale non è particolarmente dinamico. Oggi i mercati asiatici sono rimasti stabili, mentre Wall Street si avvia ad aprire le transazioni dopo una settimana di rialzi.
A livello globale stanno pesando il rallentamento dell’economia di una Cina alle prese con la guerra commerciale con gli Usa, non a caso Pechino ha rivisto le previsioni sulla crescita, che rendono necessari e urgenti nuovi stimoli per la ripresa economica e dei consumi nel Paese.
Poi, c’è la Brexit: gli occhi sono puntati su Londra e sul piano alternativo che verrà presentato oggi dal primo ministro britannico Theresa May, dopo che l’accordo è stato sonoramente bocciato dal Parlamento la settimana scorsa.
Intanto, a proposito degli appetiti degli investitori, Reuters ricorda che “le partecipazioni di SPDR Gold, il più grande fondo scambiato in oro, sono aumentate dell’1,5% venerdì a 809,76 tonnellate”.
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