Cina: analisti tagliano le stime di crescita. Il Paese in balia del coronavirus, che ha già ucciso più di 2.000 persone
A causa del coronavirus le stime di crescita della Cina sono state drasticamente riviste al ribasso da diversi analisti.
Quella che era stata inizialmente identificata come una semplice influenza si è poi rivelata un’epidemia mortale che ha già ucciso più di duemila persone e ha contagiato oltre 70.000 individui.
I mercati sono ripetutamente crollati mentre gli investitori hanno iniziato a interrogarsi sulle possibili conseguenze economiche del coronavirus. Le stime di crescita della Cina sono state tagliate più e più volte mentre il mondo intero ha iniziato a temere una reazione a catena. Anche l’Italia, ad esempio, si è detta pronta a ridurre le proprie previsioni sul PIL a causa dell’epidemia.
PIL Cina e coronavirus: i 3 scenari di Morgan Stanley
Man mano che l’epidemia si è diffusa e che diversi settori economici ne hanno risentito, numerosi analisti hanno rivisto al ribasso le proprie stime sul PIL della Cina. Nel caso di Moody’s invece il taglio ha riguardato tutte le potenze del G20.
Gli ultimi a esprimersi sull’argomento in ordine temporale sono stati gli esperti di Morgan Stanley, che hanno incentrato le loro previsioni sul primo trimestre dell’anno appena iniziato. A loro detta la crescita si fermerà al 3,5% se la diffusione del coronavirus non sarà contenuta tanto velocemente da far tornare la produzione manifatturiera a livelli normali (attualmente l’attività è al 30%-50%).
La Cina è ancora la seconda economia più grande del mondo e ospita gran parte delle catene di produzione globali. Un arresto prolungato di queste linee produttive non influenzerà soltanto la fornitura di prodotti quali i tessili, cellulare e automobili, ma danneggerà anche la capacità degli altri mercati di produrre in proprio.
Nel formulare le proprie previsioni sul PIL, Morgan Stanley ha dipinto tre scenari.
Scenario 1
Il picco del virus si registrerà tra febbraio e marzo mentre fuori da Hubei il recupero sarà veloce. In questo caso i tassi di crescita del PIL saranno i seguenti:
- +5,3% nel 1° trimestre
- +5,6% nel 1° semestre
- +6,2% nel 2° semestre
- +5,9% nell’intero 2020
Scenario 2
Il picco si manifesterà tra febbraio e marzo, mentre il recupero fuori dalla regione interessata sarà graduale. In una situazione del genere ecco quanto crescerà la Cina secondo Morgan Stanley:
- +4,2% nel 1° trimestre
- +5,0% nel 1° semestre
- +6,3% nel 2° semestre
- +5,7% nell’intero 2020
Scenario 3
Si assisterà al picco in aprile, con interruzione a marzo. Il PIL in tal caso avanzerà con i seguenti ritmi:
- +3,5% nel 1° trimestre
- +4,6% nel 1° semestre
- +6,5% nel 2° semestre
- +5,6% nell’intero 2020
La view di S&P e Westpac
Tra i primi ad esprimersi sull’impatto economico del coronavirus come non annoverare gli analisti di Standard & Poor’s che hanno elaborato una revisione decisamente corposa. Dal 6% precedente gli esperti hanno abbassato il tasso di crescita 2020 al 5%.
Per Westpac invece, nel solo primo trimestre dell’anno (il più colpito dall’esplosione dell’epidemia) il Prodotto Interno Lordo potrebbe scendere al 2%. Il tutto per una crescita complessiva del PIL cinese del 5,3%. Il coronavirus ha già avuto un impatto dirompente sul mercato e sugli osservatori.
Le previsioni di Goldman Sachs
Agli esperti citati hanno fatto eco quelli di Goldman Sachs, che hanno tagliato in maniera decisa le stime sull’intero anno. A loro detta, i rischi derivanti dal coronavirus non permetteranno al PIL della Cina di avanzare del 5,8% ma imporranno di fermarsi al 5,2%.
La revisione di Goldman ha trovato ragion d’essere nel forte deterioramento dell’attività osservato nel primo trimestre dell’anno, quello in cui l’epidemia è esplosa e si è diffusa. Man mano che la situazione evolverà gli analisti sceglieranno se cambiare nuovamente o se lasciare invariate le proprie previsioni.
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