Il coronavirus ha colpito ancora: Moody’s ha tagliato le stime di crescita globale
Il coronavirus ha imposto a Moody’s di tagliare le stime di crescita non soltanto cinesi, ma addirittura globali.
Ancora una volta, l’epidemia esplosa tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 ha avuto un impatto deciso sul sentiment degli osservatori, che hanno iniziato a rivedere le proprie considerazioni.
Moody’s infatti non è stata certo la prima società a tagliare le stime di crescita sulla Cina. In questo caso però la revisione ribassista si è spinta fino a considerare tutte le potenze del G20.
Coronavirus: giù le stime di crescita cinese
Secondo gli analisti, il coronavirus porterà la Cina a crescere meno di quanto inizialmente stimato. Nel corso del 2020, anno iniziato proprio con la tremenda diffusione dell’epidemia, il PIL avanzerà soltanto del 5,2%.
Previsioni invariate per il 2021, che si chiuderà invece con un tasso di crescita del 5,7%. Per gli esperti dunque l’impatto della mortale influenza sarà limitato soltanto ai prossimi mesi. A soffrire di più sarà il settore del commercio.
Le stime di Moody’s hanno seguito soltanto di qualche giorno quelle di Standard & Poor’s, Goldman Sachs e Westpac: tutti hanno valutato negativamente le conseguenze del coronavirus sul PIL della Cina.
Riviste anche le stime di crescita mondiale
Come anticipato, la revisione delle stime di Moody’s non ha interessato soltanto la Cina ma tutti gli appartenenti al G20. Per questo gruppo di Paesi, la crescita economica non andrà oltre il 2,4% (previsione rivista di due decimi di punto percentuale).
Il coronavirus, insomma, continuerà a creare nuovi rischi per le prospettive di stabilizzazione della crescita globale. L’ottimismo derivante dalla guerra commerciale USA-Cina verrà parzialmente oscurato dall’epidemia.
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