Fino alla pausa estiva il Parlamento sarà operativo soltanto 20 giorni: corsa contro il tempo per approvare il decreto Crescita e il Sicurezza Bis, ma al Senato i gialloverdi perdono pezzi e la loro maggioranza ora è risicata.
Parlamento a rischio ingorgo. Con la pausa estiva che dovrebbe iniziare il prossimo 9 agosto e il ritmo di 3 giorni di lavoro a settimana da parte delle Aule, ritmi non proprio alla Stachanov, al governo rimangono soltanto 20 giorni utili per approvare tutti i decreti pendenti.
Un calendario serrato che renderà necessario dare la priorità ad alcuni provvedimenti stoppandone altri. Per prima cosa quindi ci sarà l’assestamento al Bilancio da dover subito approvare per cercare di evitare la procedura d’infrazione.
Poi la corsia preferenziale sarà dedicata al decreto Crescita con il Senato che deve dare il via libera definitivo entro il 29 giugno, con la stessa sorte che poi dovrebbe toccare al decreto Sicurezza bis che deve essere convertito entro il 14 agosto.
Per temi come il conflitto d’interessi, l’acqua pubblica oppure l’autonomia delle Regioni se ne riparlerà a settembre, quando però tutte le energie saranno rivolte alla legge di Bilancio.
A complicare le cose al governo però c’è anche l’addio ai 5 Stelle della senatrice Paola Nugnes, con i gialloverdi che a Palazzo Madama possono contare adesso su soltanto tre voti di scarto rispetto la soglia minima della maggioranza.
Tempi stretti per il governo
Il problema è di fondo. Questo esecutivo targato Lega-Movimento 5 Stelle finora è andato avanti quasi esclusivamente a forza di decreti, che vengono approvati dal Consiglio dei Ministri ma che poi devono essere convertiti in legge dal Parlamento entro 60 giorni per non decadere.
Il fatto che i gialloverdi abbiano numeri risicati al Senato, ora dopo l’addio della Nugnes possono contare su una maggioranza di 164 senatori con il minimo che è di 161, ha costretto il governo a far approvare prima i provvedimenti alla Camera creando però di conseguenza un imbuto al Senato.
Se consideriamo poi la pausa estiva che incombe e i ritmi di lavoro non proprio frenetici delle Camere, ecco che l’esecutivo dovrà faticare non poco per poter convertire il decreto Crescita e il Sicurezza bis, visto che poi in agenda c’è anche l’assestamento di Bilancio e il taglio dei parlamentari.
Per tutti gli altri provvedimenti i tempi potrebbero essere più lunghi, considerando che da settembre inizierà una partita in merito alla legge di Bilancio 2020 che si annuncia essere ancora più aspra rispetto a quella dello scorso anno, dove i momenti di tensione furono diversi.
A meno di improbabili accelerazioni parlamentari, molto difficili visto il clima già vacanziero, importanti temi come l’autonomia delle Regioni oppure il conflitto di interessi saranno riposti nel proverbiale cassetto in attesa di essere tirati fuori al momento più opportuno a patto però che il governo duri fino al 2020.
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