Patrimoniale bocciata e sparita dalla Legge di Bilancio: chi ci avrebbe guadagnato?

Laura Pellegrini

29/12/2020

La patrimoniale proposta da Leu, Pd e un 5 Stelle è stata bocciata ed esclusa dalla Legge di Bilancio 2021: con la sua introduzione, però, molti ci avrebbero guadagnato.

Patrimoniale bocciata e sparita dalla Legge di Bilancio: chi ci avrebbe guadagnato?

Nessuna patrimoniale per il prossimo anno: la maggioranza ha bocciato la proposta avanzata da Leu, Pd e Movimento 5 stelle, che è stata così cancellata dalla Legge di Bilancio 2021. Non verrà neppure ripensato il sistema di tassazione.

Il documento era stato firmato dagli stessi deputati Leu e Pd che avevano avanzato la medesima proposta in un emendamento alla Manovra, insieme al deputato M5S Andrea Colletti: Nicola Fratoianni, Matteo Orfini, Enza Bruno Bossio, Chiara Gribaudo, Rossella Muroni, Erasmo Palazzotto, Luca Pastorino, Giuditta Pini, Fausto Raciti e Luca Rizzo Nervo.

E mentre Matteo Salvini invocava l’”arresto immediato” per i proponenti, a conti fatti - in realtà - i proprietari delle seconde case avrebbero risparmiato diversi soldi grazie all’abolizione dell’Imu.

Patrimoniale, la maggioranza boccia la proposta

19 sì, 462 no e 6 astenuti, con plauso dalle opposizioni: questi i numeri che hanno bocciato la patrimoniale 2021 e il nuovo sistema di tassazione che avevano proposto Leu, Pd e Movimento 5 stelle. Per il prossimo anno, quindi, la patrimoniale non si farà.

L’impegno del Governo doveva essere quello di cancellare l’Imu e l’imposta da bollo, introducendo un nuovo sistema di tassazione (probabilmente unica e progressiva) sul patrimonio. Secondo il documento, infatti, doveva essere istituita «un’imposta ordinaria sostitutiva sui grandi patrimoni, la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta (ossia al netto di passività come i mutui sulla casa, ndr) superiore a 500 mila euro derivante dalla somma delle attività mobiliari e immobiliari» possedute sia in Italia sia all’estero.

Le tassazioni sarebbero state le seguenti:

Patrimoniale: scontro aperto tra le forze politiche

Ormai è definitivo: dopo il no della Camera all’introduzione della tassa patrimoniale, la proposta di Orfini e Fratoianni è caduta nel dimenticatoio. «Non ci sarà nessuna patrimoniale - ha esultato Luigi Di Maio -, l’emendamento non è passato perché ci siamo opposti». I due deputati fautori della proposta, però, hanno già annunciato la loro pressione affinché il sistema di tassazione della ricchezza venga per lo meno rivisto. Sono disponibili anche a un dialogo per redigere un testo comune.

Mentre Luigi Di Maio descrive la patrimoniale parlando di un aumento delle tasse al ceto medio, Ordini e Fratoianni parlano invece di «dare alle nostre azioni il segno della giustizia sociale e dell’uguaglianza».

E con un po’ di amarezza per il doppio no ricevuto alla proposta (prima dalla Commissione Bilancio alla Camera e poi dalla Camera stessa), Matteo Orfini commenta: «In pochi abbiamo votato a sostegno di un principio semplice: far pagare meno tasse alla stragrande maggioranza degli italiani, farle pagare un po’ di più a chi ha grandi ricchezze. Un principio sacrosanto, che ovviamente continueremo a difendere, fino a quando non vinceremo questa battaglia. Questo era solo l’inizio».

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