Quanto spetta di pensione a chi ci va a 67 anni di età e 15 anni di contributi? Facciamo chiarezza.
Andare in pensione a 67 anni ma con soli 15 anni di contributi è possibile: tuttavia, viste le regole per il calcolo dell’assegno oggi in vigore, va detto che l’importo spettante potrebbe non essere particolarmente elevato.
A tal proposito, di seguito faremo chiarezza su quanto spetta di pensione a chi smette di lavorare con soli 15 anni di contributi. Prima di tutto, però, è bene ricordare quando questo è possibile. Nel dettaglio, in base a quanto previsto dalla Deroga Amato possono accedere alla pensione con 15 anni di contribuzione coloro che hanno tutti gli anni di contributi maturati prima del 1992; in alternativa, basta avere un’anzianità assicurativa di 25 anni (il primo contributo, quindi, deve essere versato almeno 25 anni prima della data di maturazione dei requisiti per la pensione) che risultano occupati per almeno 10 anni, anche non consecutivi, per periodi di durata inferiore a 52 settimane nell’anno solare (questo requisito può essere maturato anche successivamente al 31 dicembre 1992).
Inoltre, chi ha versato almeno un contributo entro il 1° gennaio 1996 (ma comunque non più di 18 anni) e può vantare 5 anni di contributi dopo questo periodo, può andare in pensione con l’Opzione Dini, accettando però un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno.
Fatta chiarezza su queste tre misure, vediamo - a seconda dei casi - come si calcola l’assegno di pensione.
Pensione a 67 anni di età e 15 anni di contributi antecedenti al 31 dicembre 1992: quanto spetta di assegno
Come anticipato, possono accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni ma con soli 15 anni di contributi coloro che alla data del 31 dicembre 1992 hanno maturato appunto 15 anni di contribuzione. Ai fini della maturazione dei requisiti si considerano tutte le tipologie di contributi, quali obbligatori, figurativi, volontari, da riscatto e da ricongiunzione.
Dopo la suddetta data, quindi, si presume che questo non abbia maturato altri contributi visto che comunque al compimento dei 67 anni ne può vantare solamente 15 (ossia tutti quelli maturati entro fine 1992). Di conseguenza, l’importo della pensione sarà calcolato interamente con le regole del retributivo.
Questo si suddivide in due diverse quote: la prima è quella calcolata sulle anzianità maturate entro il 31 dicembre 1992, mentre la seconda su quelle successive. Visto il caso di specie, quindi, si considera solamente la prima quota, calcolata sulla media degli ultimi 5 anni delle retribuzioni utili percepite dall’interessato se lavoratore dipendente (solo dell’ultimo anno nel caso del pubblico impiego), mentre nel caso dei lavoratori autonomi si guarda agli ultimi 10 anni.
La media delle retribuzioni viene poi rivalutata, per un tasso pari all’incremento del costo della vita (questo vale per le anzianità maturate entro il 31 dicembre 1992).
Le medie delle retribuzioni rivalutate vengono poi moltiplicate per un rendimento annuo che varia a seconda di diversi fattori, quali retribuzione media e collocazione temporale delle anzianità maturate. Fino a 46.630,00€ l’aliquota di rendimento è pari al 2%.
Quindi, in caso di retribuzione media annua lorda di 30.000,00€ percepita negli ultimi cinque anni, spetterà una pensione pari al 30% della stessa a chi ci va con 15 anni di contributi: di conseguenza, spetterà un assegno annuo di 9.000,00€ lordi.
Pensione a 67 anni con 15 anni di contributi e anzianità assicurativa di 25 anni: quanto spetta
Per chi invece ha un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni, il calcolo è un po’ più complesso: per la parte antecedente al 1° gennaio 1996, infatti, si applicano le regole del retributivo, mentre per quella successiva si applicano quelle del contributivo.
Pensiamo a un lavoratore che ha iniziato a lavorare il 1° gennaio 1995, maturando quindi 1 anno di contributi nel regime retributivo e altri 14 anni nel contributivo.
Per la parte di retributivo si considera la sola Quota B (riferita alle anzianità contributive dal 1° gennaio 1993 e fino al 31 dicembre 1995), la quale si basa sulla media degli ultimi 10 anni di retribuzioni utili percepite dal lavoratore dipendente, o degli ultimi 15 anni per i lavoratori autonomi.
Ebbene, questo nel primo anno di lavoro ha percepito uno stipendio annuo di 20.000,00€: l’aliquota di rendimento è sempre del 2%, quindi gli spetta un importo di pensione pari a 400 euro.
Per gli altri 14 anni di contributi si applica invece il sistema di calcolo contributivo, il quale tiene conto della somma dei contributi versati dal lavoratore: questi si accumulano in un montante contributivo che poi viene trasformato in pensione applicando un determinato coefficiente.
Per ogni anno di lavoro quindi si considera non tutta la retribuzione ma solo la quota versata a titolo di contribuzione. Prendiamo il caso che il lavoratore suddetto abbia mantenuto anche nei 14 anni di lavoro successivi una retribuzione annua di 20.000,00€. Considerando un’aliquota di computo (ossia la parte di retribuzione versata ai fini contributivi) del 33%, ne risulta che per ogni anno di lavoro ha accumulato 6.600,00€, per un totale di 92.400,00€.
Questo montante contributivo, anch’esso soggetto a rivalutazione (ma per semplificare non la considereremo), si trasforma in pensione applicando una specifica aliquota di trasformazione che nel caso della pensione di vecchiaia a 67 anni è pari al 5,575%. Di conseguenza, spetta una pensione annua di 5.151,30€, alla quale vanno aggiunti i 400,00€ maturati nel retributivo.
Complessivamente, quindi, spetterà una pensione d’importo annuo pari a 5.551,30€ (o comunque leggermente più elevato considerando le rivalutazioni annue del montante contributivo).
Pensione a 67 anni e 15 anni di contributi con l’Opzione Dini: quanto spetta
Per chi invece usufruisce dell’Opzione Dini per andare in pensione a 67 anni e 15 anni di contributi, invece, si applica il calcolo contributivo sull’intera quota di contributi versati, indipendentemente dal periodo a cui questi fanno riferimento.
Per il calcolo dell’assegno, quindi, si tiene conto della retribuzione annua lorda: di questa si prende la quota che annualmente è stata versata a titolo di contribuzione (il 33% della RAL), la quale si accumula appunto nel montante contributivo.
Nel caso di un lavoratore che ha guadagnato in media 20.000,00€ l’anno per 15 anni di lavoro, quindi, al compimento dei 67 anni spetta un assegno di 5.519,25€. Chi invece ha guadagnato di più, ad esempio con una RAL media di 30.000,00€, spetta un assegno di 8.278,87€.
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