Conviene l’Ape, l’anticipo pensionistico? Quali sono i pro e i contro della scelta della pensione anticipata? Ecco i casi in cui è conveniente optare per l’anticipo della pensione.
La pensione anticipata conviene? Per i lavoratori ormai prossimi alla fine della vita lavorativa si prospetta una scelta difficile: optare per l’Ape, o aspettare?
Non è una scelta semplice. Molti lavoratori stanno pensando di chiedere la pensione anticipata, ma ancora non sono chiari i vantaggi e gli svantaggi che potrebbe portare questa scelta.
Sicuramente la pensione anticipata avrà un costo, ma non si può negare che per i lavoratori occupati da molti anni l’idea di poter richiedere l’Ape è un’opzione non esclusa.
Il punto è stabilire fino a che punto convenga richiedere la pensione anticipata, tenuto conto che la richiesta sarà soggetta ad un taglio sull’importo effettivamente dovuto al raggiungimento dell’anzianità lavorativa.
La tematica è al centro del dibattito pubblico e in molti si chiedono quali saranno le novità previste nella Legge di Bilancio in materia di pensione anticipata.
I lavoratori nati tra il 1952 e il 1954 possono chiedere l’Ape. Ma a quale costo?
Lo Stato permette di richiedere la pensione anticipata (Ape) ma l’assegno verrà pagato per tre anni dalle banche. Tecnicamente, si tratta di un prestito individuale che, al raggiungimento dell’età pensionabile, il contribuente dovrà restituire per 20 anni.
Le rate mensili verranno prelevate direttamente sull’importo della pensione realmente dovuta al raggiungimento dell’anzianità.
Per chi optasse per l’Ape, la conseguenza sarebbe un taglio sull’importo effettivo della pensione. Ma a quanto ammonteranno questi tagli e a chi realmente conviene richiedere l’anticipo della pensione?
La scelta è sicuramente individuale ma, per rendervi la situazione più chiara, con questo articolo cercheremo di portare alcuni esempi per farvi valutare se la pensione anticipata fa al caso vostro o se conviene, invece, aspettare altri pochi anni per il riconoscimento del diritto alla pensione di anzianità.
Pensione anticipata: a chi conviene?
La scelta sulla flessibilità in uscita non è semplice. Si anticipa l’età per la pensione rinunciando a parte della propria pensione. Ma a quanto ammontano i tagli per chi richiede la pensione anticipata?
Per le pensioni più basse (fino a 1500 euro), il taglio sarà del 2-3% l’anno. Sopra questa soglia, si parla del 5-8%. Il che significa che i titolari di pensioni più alte esempio, nel caso volessero uscire prima dal lavoro, vedrebbero un taglio complessivo fino al 20% o superiore.
Il governo ha parlato di agevolazioni fiscali per rendere meno pesante la decurtazione prevista dall’Ape, ma per le conferme bisognerà aspettare l’approvazione della Legge di Bilancio 2017.
Alla luce di quanto detto, quindi, quali sono i lavoratori che non si troveranno delusi dalle regole per richiedere la pensione anticipata?
Disoccupati: la pensione anticipata conviene a meno di 3 anni dall’età pensionabile
L’Ape conviene ai lavoratori attualmente disoccupati ai quali mancano ormai pochi anni per raggiungere i requisiti d’età previsti per la pensione di anzianità.
Gli uomini di 63 anni e 7 mesi e le donne di 62 anni e 7 mesi potranno chiedere la pensione anticipata (Ape) senza eccessive decurtazioni sull’importo dovuto.
Non è possibile quantificarne l’importo ma è proprio a favore di disoccupati e contribuenti a basso reddito che si rivolgeranno le particolari agevolazioni per l’anticipo pensionistico previste dal Ministro Poletti.
Al vaglio del Governo c’è anche la proroga dell’Opzione Donna e le modifiche sul riscatto della laurea, per concedere ad una platea più ampia di lavoratori di poter richiedere la pensiona anticipata.
Sembra esserci da parte del Governo un’apertura anche su altri temi come i lavori usuranti (saranno ampliate le categorie che possono accedere ai benefici) e le carriere discontinue.
Per i dettagli sulle agevolazioni alle pensioni anticipate bisogna, però, attendere la Legge di Bilancio 2017.
Ape e Rita: conviene con i fondi pensione privati
Rita è l’acronimo di “Rendita integrativa temporanea anticipata”. Con l’utilizzo dei fondi pensione privati, per i lavoratori che ne hanno predisposto uno, i costi di restituzione per la pensione anticipata sarebbero «ammortizzati».
I soldi depositati nei piani di risparmio complementare, che attualmente possono essere presi in anticipo soltanto in casi eccezionali, diventeranno il «tesoretto» da utilizzare per restituire l’importo di pensione anticipata ricevuto negli anni precedenti al raggiungimento dell’anzianità lavorativa.
In tal modo, i tagli sulla pensione vera e propria risulterebbero meno gravosi.
Se convenga o meno rinunciare al risparmio per la pensione anticipata è una scelta individuale: certamente, per molti lavoratori la possibilità di anticipare la pensione appare interessante. Ma ne vale la pena?
Pensione anticipata: ecco alcuni esempi. Conviene davvero?
L’anticipo costerebbe alla maggior parte delle categorie di lavoratori interessati alla pensione anticipata, come previsto dalla riforma, una mensilità o due mensilità all’anno.
Ecco degli esempi utili per confrontare la propria situazione e valutare il costo della pensione anticipata:
- lavoratore di 65 anni e 7 mesi con 1 anno di pensione anticipata:
pensione piena: 1.920 euro;
importo dell’Ape: 1880 euro per 13 mensilità - 1798 per 20 anni.
decurtazione mensile: 120 euro (-6,6%);
- lavoratore di 64 anni con 2 anni di pensione anticipata:
pensione piena: 1823 euro;
importo dell’Ape: 1.742 euro per 13 mensilità - 1.552 euro per 20 anni.
decurtazione mensile: decurtazione mensile 190 euro (-14,9%);
- lavoratore di 63 anni con 3 anni di pensione anticipata:
pensione piena: 1.800 euro;
importo dell’Ape: 1.640 euro per 40 mensilità - 1.400 euro per 20 anni.
decurtazione mensile: 400 euro.
Per le categorie di lavoratori vicini alla pensione, che si avvicinano agli esempi riportati, la pensione anticipata significherebbe un consistente taglio sull’importo dovuto.
A questo punto viene da chiedersi: conviene realmente la pensione anticipata?
La scelta è, sicuramente, individuale; ma il fatto che si tratti di una perdita consistente è innegabile.
Soprattutto se poi rapportata ai 20 anni di restituzione del prestito alla banca, i lavoratori che sceglieranno di richiedere la pensione anticipata vedrebbero venirsi decurtata una cifra consistente dell’importo dovuto di diritto.
Del resto nemmeno il Ministro dell’Economia Padoan scommette sulla convenienza della pensione anticipata. Si limita a far notare che «dà libertà di scelta». E chi fa quella scelta «deve pagare un costo, non per cattiveria ma perché tutti possano beneficiare di un sistema pensionistico solido».
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