Pensione di garanzia: in arrivo un bonus valorizzazione per i più giovani? La proposta è stata solamente accennata, ma potrebbe essere utile ad aumentare l’importo delle pensioni future.
Pensioni, per i giovani potrebbero esserci delle buone notizie.
Potrebbe, infatti, essere introdotto un bonus contributivo che permetterà di arrivare a una pensione d’importo perlomeno dignitoso.
Chi è molto giovane e prova a immaginare la propria pensione futura lo fa spesso in maniera alquanto pessimista. D’altronde, il sistema contributivo introdotto dal 1° gennaio 1996 prevede regole meno vantaggiose per il calcolo della pensione, legando l’importo dell’assegno all’ammontare dei contributi effettivamente versati dal lavoratore durante la propria carriera.
Il problema è che spesso questa “carriera” è caratterizzata da periodi di disoccupazione più o meno lunghi, o comunque da esperienze lavorative poco remunerative che di conseguenza non avranno un impatto considerevole sulla pensione futura.
Basta utilizzare il nuovo simulatore dell’INPS, chiamato “Pensami”, per capire quanto poco sia rosea la prospettiva di pensione per chi rientra interamente nel sistema contributivo e ancora oggi non può vantare un montante contributivo soddisfacente.
Non avere prospettiva di una pensione adeguata, inoltre, potrebbe ripercuotersi anche per la data del pensionamento. Ricordiamo, infatti, che chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 per poter accedere alla pensione di vecchiaia deve anche soddisfare un requisito economico oltre a quelli anagrafico e contributivo: alla data del pensionamento, infatti, bisogna aver maturato una pensione almeno pari a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Nel caso di pensione piuttosto alta, superiore a 2,8 volte il suddetto importo, sarà invece possibile accedere alla pensione anticipata a 64 anni di età e 20 di contributi.
A tal proposito, sindacati e Governo hanno cominciato a discutere di misure di garanzia per coloro che hanno la pensione calcolata interamente con il sistema contributivo; lo hanno fatto nell’incontro andato in scena il 27 gennaio, in piena elezione del Presidente della Repubblica, durante il quale si è parlato di uno strumento utile per aumentare l’importo delle pensioni future.
Bonus contributivo per la pensione futura: cosa potrebbe cambiare
Durante il confronto è emersa la possibilità d’introdurre un meccanismo di valorizzazione dei contributi versati dai cosiddetti contributivi puri. Nel dettaglio, per sopperire al problema delle carriere discontinue, ogni anno di lavoro potrebbe valere 1,5 o 1,6 di versamenti.
Lo stesso strumento potrebbe essere poi utilizzato per le donne, per sopperire a eventuali periodi di maternità o di assenza dal lavoro.
Va detto, però, che la discussione riguardo a questo strumento è stata solamente accennata, in quanto non sono stati discussi i temi fondamentali. Ad esempio, non è chiaro se tale strumento varrebbe per tutti o solamente per coloro che hanno delle carriere discontinue. E andrà chiarito se tale bonus verrebbe applicato solamente per coprire quegli anni non coperti da contribuzione, il che avrebbe senso visto che diversamente il costo della misura potrebbe essere proibitivo.
Vediamo, infatti, come questo effettivamente potrebbe funzionare.
Bonus contributivo per la pensione futura: come potrebbe funzionare
Oggi per ogni anno di lavoro ogni lavoratore versa all’INPS una certa percentuale della propria retribuzione, pari al 33% ad esempio nel caso del lavoro subordinato.
Questo significa che con una RAL di 30.000,00€ ogni anno si accumulano nel montante contributivo 9.900,00€. Qualora dovesse esserci l’applicazione del suddetto bonus contributivo, però, la contribuzione versata verrebbe valorizzata all’1,5 o all’1,6. Ciò significa che in quell’anno i 9.900,00€ di contribuzione verrebbero considerati come fossero 14.850,00€ o 15.840,00€ (a seconda della misura del bonus).
Una valorizzazione che dovrebbe sopperire a eventuali periodi di buco contributivo, ma su cui - ribadiamo - ci sono ancora molti dubbi in quanto si tratta di una proposta solamente abbozzata. Prima di andare avanti nelle discussioni, infatti, i tecnici del Ministero dell’Economia vogliono prima avere una prospettiva riguardo alle platee interessate dalla misura e a quelli che potrebbero essere i costi per il bilancio pubblico.
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