Ape Sociale Inps, nel 2022 sono attese novità: non solo la conferma per un altro anno, in quanto ci sono ampie possibilità di un potenziamento della misura. Ecco cosa cambierà.
Tra le misure che dovrebbero essere in Legge di Bilancio 2022 c’è quasi sicuramente l’Ape Sociale. Al netto degli sviluppi che prenderanno le discussioni sulla riforma delle pensioni, per la quale il confronto riprenderà alla fine di settembre, per l’Ape Sociale il futuro sembra essere già scritto, o quasi.
Va fatto, in questo caso, anche un discorso politico. Incaricato di decidere in merito alle pensioni è un dem, il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, ed è plausibile che un occhio di riguardo lo avrà per una delle misure simbolo dell’ultimo Governo di Centrosinistra, appunto l’Ape Sociale che in determinate circostanze consente di smettere di lavorare all’età di 63 anni.
L’Ape Sociale è però in scadenza il 31 dicembre 2021, quindi è necessario un intervento legislativo che ne vada a prorogarne i termini. Una conferma per il 2022 appare, visto il discorso fatto in precedenza, scontata, ma non è da escludere che l’Ape Sociale venga coinvolta in un processo di riforma più ampio.
Ape Sociale: cosa può cambiare nel 2022
La prima importante notizia è dunque quella per cui si potrà fare affidamento sull’Ape Sociale almeno per il 2022. Secondo indiscrezioni, infatti, non ci saranno problemi nella conferma della misura per almeno un altro anno.
Ma c’è chi ritiene che da parte del democratico Andrea Orlando, alla guida del Ministero del Lavoro, ci sia l’intenzione di potenziare questa misura. Nel dettaglio, le novità potrebbero essere essenzialmente due rispetto a quelle già annunciate:
- intanto l’Ape Sociale verrebbe confermata non solo per un altro anno ma per sempre. Si porrà fine, dunque, alla versione sperimentale per rendere l’anticipo pensionistico permanente;
- allo stesso tempo l’accesso a questa misura verrebbe esteso a un numero più ampio di persone. In particolare si andrà a intervenire sulla parte riguardante i cosiddetti lavoratori gravosi.
Per capire come effettivamente potrebbe cambiare bisogna guardare a come funziona oggi l’Ape Sociale. Facciamo dunque un piccolo passo indietro.
Ape Sociale: come funziona oggi?
Oggi l’Ape Sociale - ossia l’anticipo pensionistico che consente di anticipare l’uscita dal lavoro di qualche anno - è riconosciuto solamente a quelle categorie di persone che la normativa ha riconosciuto come “meritevoli di una maggior tutela”.
Nel dettaglio, il legislatore ha permesso di anticipare l’uscita dal lavoro - ma non il pensionamento in sé - già al compimento dei 63 anni a coloro che:
- sono disoccupati e da almeno 3 mesi hanno concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante. Per questi sono richiesti 30 anni di contribuzione;
- assistono da almeno 6 mesi il coniuge o parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravita, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti. Anche per questi sono richiesti 30 anni di contributi;
- sono stati riconosciuti come invalidi civili almeno al 74% e con almeno 30 anni di contributi;
- abbiano svolto da almeno 7 anni negli ultimi 10, ovvero almeno 6 anni negli ultimi 7, un’attività gravosa. Per questi, però, sono richiesti 36 anni di contributi.
Come anticipato, per questi non vi è un vero e proprio pensionamento all’età di 63 anni. Infatti, viene consentito di smettere di lavorare andando a percepire nel contempo un’indennità sostitutiva pari alla pensione maturata fino a quel momento.
Non ci sono penalizzazioni, in quanto è lo Stato a farsi carico dei costi dell’Ape Sociale.
Per la pensione, però, bisognerà attendere il raggiungimento dei requisiti previsti dalla legge, quindi fino al compimento dei 67 anni.
Ape Sociale nel 2022: a chi sarà rivolta?
Oltre alle suddette categorie, le quali sperano in una conferma dell’Ape Sociale che non sembra essere in discussione, per altri lavoratori dal prossimo anno potrebbe esserci la possibilità di ricorrere a una tale misura.
Con la prossima riforma, infatti, si cercherà di dare una fisionomia definitiva all’Ape Sociale. In servizio - ma sempre in forma sperimentale - da maggio del 2017, per questa sembra essere arrivato il momento della promozione a misura strutturale. E nel contempo ci sarà un allargamento della platea con il riconoscimento di nuove categorie di lavoratori gravosi.
Si ricorda, infatti, che da mesi ormai è stata istituita un’apposita commissione tecnica sui lavori gravosi, di cui è presidente Cesare Damiano. A tal proposito, proprio questo ha confermato che fino ad oggi per l’Ape Sociale si è “speso meno di quanto era stato stanziato” e per questo c’è ancora spazio d’intervento con una possibile estensione della platea.
Ad oggi, tuttavia, i risultati dei lavori di questa commissione non sono ancora noti: non si sa, dunque, quali potrebbero essere le nuove categorie di lavoratori gravosi che saranno comprese nella platea dei beneficiari dell’Ape Sociale.
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