Pensioni: 5 soluzioni per arrivarci con un assegno d’importo elevato

Simone Micocci

5 Giugno 2021 - 15:54

Come assicurarsi una pensione d’importo elevato? La migliore strategia si può riassumere in 5 passi; ecco quali.

Pensioni: 5 soluzioni per arrivarci con un assegno d’importo elevato

Chi non vorrebbe avere la sicurezza di percepire, una volta raggiunta la pensione, un assegno mensile d’importo almeno sufficiente per far fronte alle spese quotidiane.

Chi pensa che sia ancora presto per pensare a quale sarà l’importo della pensione futura, però, si sbaglia: è proprio durante gli anni di lavoro, infatti, che bisogna prendere alcuni accorgimenti così da non avere brutte sorprese una volta arrivato il momento di andare in pensione.

Per capire come fare per assicurarsi un assegno più alto bisogna intanto fare chiarezza su come funziona il sistema di calcolo. Per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996, quindi per una quota sempre maggiore di persone, si applica il cosiddetto sistema contributivo.

Questo guarda ai contributi effettivamente maturati dal lavoratore, e non solo.

1) Aspira a stipendi più alti ma senza interruzioni di carriera

Nel dettaglio, con il sistema contributivo acquisisce molta importanza il cosiddetto montante contributivo. Questo è formato dal totale dei contributi che ogni anno vengono versati dal lavoratore. Si tratta di una percentuale sullo stipendio per chi è lavoratore dipendente, sul reddito annuo per il lavoratore autonomo: 33% nel primo caso, 25% per il lavoratore autonomo con Partita IVA iscritto alla Gestione Separata.

Detto questo, è ovvio che più sono i contributi che si riescono a versare nel corso degli anni di lavoro e maggiore sarà il montante contributivo che verrà poi trasformato in pensione. Per questo motivo bisogna sempre aspirare a stipendi più elevati (ma senza interruzioni di carriera) e a diffidare di quei datori di lavoro che non vi contrattualizzano come effettivamente dovrebbero.

Paradossalmente è meglio guadagnare meno ma in regola piuttosto che di più ma senza regolare contratto (fermo restando che il lavoro nero è sempre vietato dalla legge). Solo con un contratto, e con il versamento dei contributi, metterete a sicuro il vostro futuro.

2) Ritarda l’accesso alla pensione di qualche anno

Se vuoi avere una pensione più alta devi prendere in considerazione l’idea di ritardare il più possibile l’accesso alla pensione. Il sistema contributivo, infatti, premia coloro che ritardano il pensionamento riconoscendo loro un coefficiente di trasformazione più vantaggioso.

Nel dettaglio, questo è quel parametro utilizzato per trasformare il montante contributivo in importo annuo di pensione. Più si ritarda il pensionamento e più il coefficiente è alto: lavorando per un maggior numero di anni, quindi, avrete la garanzia di avere un assegno d’importo più elevato una volta andati in pensione.

3) Riscatta la laurea subito

Riscattare gli anni di studio universitari - che hanno portato al conseguimento della laurea - può portare all’aumento della pensione futura. Ma attenzione: questo vale solo per il sistema ordinario di riscatto della laurea, mentre non è così per quello agevolato (il quale serve solamente per maturare più anni di contributi e accedere prima alla pensione).

Con il sistema ordinario per il riscatto della laurea, invece, gli anni di contributi valgono sia ai fini della determinazione del diritto alla pensione che ai fini del calcolo dell’assegno. C’è un problema però: per calcolare l’onere dovuto per il riscatto degli anni di Università si guarda allo stipendio dell’ultima occupazione avuta. Su uno stipendio di 30.000 euro annui, dunque, sono dovuti circa 10.000 euro per ogni anno di riscatto.

Per questo motivo conviene riscattare la laurea da inoccupati, quando per il calcolo dell’onere si prende in considerazione la cifra minima, pari a circa 5.000 euro per ogni anno di riscatto. In questo modo avrete 5 anni in più - ad un costo di 25.000 euro - di contribuzione (che si andrà ad aggiungere al montante contributivo) da far valere sulla pensione futura.

4) Sposta il TFR in un fondo pensione

Conviene sempre spostare il TFR in un fondo pensione anziché lasciarlo in azienda.

In questo modo, infatti, si accumulano versamenti dell’intera carriera lavorativa in un unico fondo, mentre non è così nel caso in cui, ad esempio, si cambia spesso azienda.

Rispetto al passato, infatti, c’è molta più propensione a cambiare posto di lavoro: questo fa sì che per ogni interruzione vi verrà liquidato quanto maturato come TFR, perdendo dunque la possibilità di accumulo.

Per evitare che ciò accada e avere a disposizione una determinata somma al momento del pensionamento, conviene quindi girare il TFR a un fondo pensione. In questo modo, oltre ai vantaggi fiscali, si gode anche di una rivalutazione maggiore di quanto versato - grazie specialmente alle performance conseguite con gli investimenti - rispetto a quanto si sarebbe raggiunto lasciando il TFR in azienda.

5) Versa a un fondo per la pensione complementare

Indipendentemente dalla decisione presa lato TFR, conviene comunque aderire a un fondo per la pensione complementare versando una certa somma ogni mese.

Potete - grazie anche all’aiuto di un esperto - farvi un’idea dell’investimento che desiderate fare (e soprattutto che sia sostenibile) e fissare una certa cifra che ogni mese destinerete alla pensione integrativa.

In questo modo una volta che andrete in pensione avrete non uno bensì due assegni, garantendovi così una pensione più alta. Basta anche un piccolo investimento (ma costante nel tempo); l’importante è iniziare fin da subito, così da versare nel fondo per diverse decine di anni.

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