Quando si dice pensioni si parla ormai dell’addio a Quota 100. Le ultime dichiarazioni sono quelle di Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia del PD che immagina maggiore flessibilità in futuro.
C’è l’addio a Quota 100 per le pensioni del futuro, sostituita da maggiore flessibilità. Questo è quanto si evince dalle parole del sottosegretario PD al ministero dell’Economia Pier Paolo Baretta che in un’intervista al Corriere della Sera ha parlato del dopo Quota 100, rilasciando anche delle dichiarazioni in merito al reddito di cittadinanza.
Il sottosegretario ha dichiarato che pur arrivando alla sua conclusione naturale prevista per il 31 dicembre 2021, Quota 100 non verrà rinnovata, ma sostituita con misure orientate sulla flessibilità.
Quota 100 è la forma di pensione anticipata che permette di congedarsi dal lavoro con 62 anni di età e 38 anni di contributi e che è stata confermata nella Legge di Bilancio 2020. Ma vediamo qual è l’idea del sistema pensioni versato alla flessibilità con relativo addio a Quota 100 secondo Baretta.
Addio Quota 100: le pensioni flessibili del futuro secondo Baretta
L’addio a Quota 100 prevede delle pensioni più flessibili o almeno è questa l’idea del sottosegretario all’Economia Baretta del PD.
Nell’intervista Baretta ha dichiarato che Quota 100 “terminerà alla fine del 2021 e non abbiamo alcuna intenzione di confermarla”. Allo stesso tempo ha parlato di mettere “in campo interventi sostitutivi, confrontandoci con le parti sociali” basati “sulla massima flessibilità di scelta del lavoratore”. Sempre in merito a Quota 100 Baretta ha specificato:
“fissato un minimo di età e di contributi, si deve essere liberi di andare in pensione. Questa flessibilità oggi si può introdurre perché ormai stiamo andando rapidamente verso un sistema dove le pensioni vengono liquidate prevalentemente col metodo contributivo, nel senso che tanto hai versato e tanto prendi”.
Non solo pensioni e Quota 100 perché Baretta ha accennato anche al reddito di cittadinanza affermando che la misura
“ha evidenziato aspetti positivi, in particolare l’allargamento della platea dove si interveniva col Reddito di inclusione, e negativi, quando prevale l’assistenzialismo rispetto alla ricerca del lavoro” [... ] “Correttivi che garantissero che prima si cerca il lavoro e poi se non lo si trova c’è l’assistenza sarebbero utili”.
Riforma pensioni dopo Quota 100: tutte le ipotesi possibili
Sono i giorni in cui si parla di riforma delle pensioni specie del dopo Quota 100 e le ipotesi in merito non mancano.
Non solo le parole di Baretta fanno pensare a un reale stravolgimento in futuro, ma anche le notizie che vengono dal presidente INPS Tridico illustrano un quadro di operazioni che saranno messe in campo allo scadere di Quota 100 alla fine del 2021.
Con il nuovo anno appena iniziato si prevedono due tavoli, uno presso il Cnel e uno presso il ministero del Lavoro. Le ipotesi di riforma pensioni dopo Quota 100 sono tre:
- una nuova Quota 100 con diversi requisiti che permetta di andare in pensione con 64 anni di età e 36 di contributi. l calcolo dell’assegno della pensione si potrebbe fare solo con il sistema contributivo;
- un sistema che superi l’uscita dal mondo del lavoro sulla base di un’età per la pensione di vecchiaia, oggi a 67 anni, adeguata alle aspettative di vita, ma sulla base della gravosità del lavoro stesso. Questo quanto proposto da Tridico in un’intervista;
- sempre dalle parole di Tridico si prevede la creazione di un sistema integrativo pubblico per coprire i periodi in cui si versano meno contributi. Questo sarebbe pensato per i giovani portati sempre più a fornire prestazioni lavorative discontinue.
Le ultime dichiarazioni in merito alla riforma delle pensioni e del dopo Quota 100 cui si vuole dire addio, sono arrivate nei giorni scorsi da un altro esponente di spicco dell’INPS, il prossimo vice presidente Maria Luisa Gnecchi che ha parlato del suo progetto futuro.
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