Da tempo si parla di superare la Legge Fornero: ma cosa serve per riuscirci? Facciamo chiarezza.
Della riforma delle pensioni si continua a discutere: in realtà più mediaticamente che a livello istituzionale, visto che i sindacati della triplice - CGIL, CISL e UIL - non sono stati ancora convocati dal Ministro del Lavoro.
Il dibattito riguarda sempre lo stesso tema: superare o no la Legge Fornero ed eventualmente cosa fare per riuscirci. Perché la riforma approvata nel 2011 ci lascia un’eredità pesante, che avrà i suoi effetti anche negli anni futuri.
Quota 100 è riuscita in parte a superare - e non a cancellarla come più volte si è vantato Matteo Salvini - la Legge Fornero, ma il progetto di riforma si è arenato a causa degli alti costi che questa ha comportato, pur non avendo di fatto raggiunto risultati esaltanti visto che appena 300 mila persone (molti dei quali dipendenti pubblici) ne hanno approfittato per uscire anticipatamente dal mercato del lavoro.
Nonostante ciò si continui a parlare di superamento della Legge Fornero, obiettivo fondamentale secondo i sindacati (meno rispetto all’UE che invece chiede all’Italia di darne piena attuazione), tanto da chiedere un abbassamento consistente dell’età per l’accesso alla pensione.
Ma come bisognerebbe intervenire per poter effettivamente parlare di superamento della riforma 2011? Il piano sarebbe a dir poco ambizioso e quindi appare anche difficilmente realizzabile.
Intervenire sull’età della pensione
La Legge Fornero, di fatto, prevede due diverse opzioni per il pensionamento: la pensione di vecchiaia e quella anticipata. La prima prevede un’età per la pensione pari a 67 anni (a fronte di 20 anni di contributi); la seconda, una delle poche opzioni che ancora si differenziano per uomini e donne, richiede invece un solo requisito contributivo pari a 42 anni e 10 mesi per i lavoratori, 41 anni e 10 mesi per le lavoratrici.
Per superare la Legge Fornero bisognerebbe partire da qui, e non è un caso se il manifesto proposto dai sindacati preveda appunto:
- una pensione di vecchiaia che prevede una flessibilità in uscita già a partire dal compimento dei 62 anni di età;
- una pensione anticipata con Quota 41 per tutti (e non solo per i precoci com’è oggi), dunque con 41 anni di contributi.
Solo così si potrebbe effettivamente parlare di superamento della Fornero e solo nel caso in cui delle tali misure non prevedano penalizzazioni in uscita. Ma ciò avrebbe un costo molto elevato, molto probabilmente persino impossibile da sostenere visto lo stato attuale.
Bloccare gli adeguamenti con le aspettative di vita (o rinviarli)
E ancora: la Legge Fornero ha stabilito che ogni due anni i requisiti per l’accesso alla pensione - sia di vecchiaia che anticipata - debbano essere adeguati alle speranze di vita.
Precedentemente, la Legge Dini aveva deciso in favore di un adeguamento triennale.
Per superare la Fornero, dunque, bisognerebbe quantomeno tornare al passato, rinviando i termini per l’adeguamento dei requisiti per la pensione con le aspettative di vita. Va detto che per la pensione anticipata passi in avanti in tal senso sono già stati effettuati, in quanto il decreto 4/2019 - convertito con modificazioni dalla legge 26/2019 - ha previsto il blocco degli adeguamenti con le aspettative di vita fino al 1° gennaio 2027.
Resta, invece, il termine di due anni per l’adeguamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, con il prossimo appuntamento in programma il 1° gennaio 2023.
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Rivedere i criteri per il calcolo della pensione
All’adeguamento con le aspettative di vita si legano anche i criteri per il calcolo della pensione. Per il calcolo contributivo, infatti, si applicano i cosiddetti coefficienti di trasformazione con cui il montante contributivo diventa assegno di pensione.
I coefficienti di trasformazione sono più “premianti” per coloro che ritardano l’accesso alla pensione. Anche questi si aggiornano ogni due anni in base all’andamento con le aspettative di vita, diventando sempre meno vantaggiosi per il lavoratore.
Anche qui bisognerebbe intervenire per parlare di superamento della Legge Fornero, come pure riconoscendo maggiori tutele, come la possibilità di beneficiare dell’integrazione al minimo della pensione ai cosiddetti contributivi puri.
Tutti obiettivi su cui i sindacati stanno lavorando ma che non sarà semplice attuare. Ragion per cui oggi parlare di superamento della Legge Fornero appare una sfida piuttosto difficile da affrontare.
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