Pensioni: spunta la nuova ipotesi di anticipo a 62 anni dal 2022 allargando la platea dei beneficiari con la modifica del contratto di espansione. La misura potrebbe sostituire Quota 100 con meno costi.
Pensioni: una delle ultime ipotesi è l’anticipo a 62 anni, 5 anni prima, allargando la platea dei beneficiari. Come? A dare una risposta è Confindustria nella persona del suo presidente Carlo Bonomi e vale a dire con il contratto di espansione.
Il presidente la scorsa settimana ha proposto infatti, per facilitare l’accesso alla pensione e aiutare le imprese, l’estensione del contratto di espansione anche per le aziende con minimo 50 dipendenti.
Il contratto di espansione è rivolto alle imprese con oltre 1.000 dipendenti che vogliono avviare percorsi di riorganizzazione e reindustrializzazione, è stato introdotto dal decreto Crescita in via sperimentale per il biennio 2019-2020, e la Legge di Bilancio 2021 lo ha rinnovato anche per le imprese fino a 500 unità di personale.
Per il solo 2021 poi, ai fini della pensione con un anticipo di 5 anni per i lavoratori, il contratto di espansione viene esteso anche alle imprese con almeno 250 unità.
Ora si vorrebbe intervenire, almeno stando alla proposta arrivata al premier Draghi, estendendo il contratto di espansione per andare in pensione a 62 anni, 5 anni prima, allargandolo anche alle imprese più piccole. L’obiettivo è quello di facilitare il ricambio generazionale, favorendo le pensioni con l’allargamento della platea e promuovendo così nuove assunzioni.
Pensioni: ipotesi riforma contratto di espansione
Per le pensioni, per facilitare l’accesso all’anticipo a 62 anni rispetto alla pensione di vecchiaia oggi a 67 anni, si vuole ampliare la platea di lavoratori con la modifica del contratto di espansione.
La proposta di Bonomi verte sull’estensione della misura, che consente anche l’accesso alla pensione in anticipo, alle aziende con almeno 50 dipendenti riducendo la soglia che in via eccezionale per il 2021 è di 250 unità.
Il presidente di confindustria nell’incontro del 20 aprile scorso con il premier Draghi ha anche proposto di legare la modifica del contratto di espansione per le pensioni in anticipo agli incentivi per le assunzioni di giovani e donne previsti dalla Legge di Bilancio 2021.
La proposta di una pensione in anticipo di 5 anni con il contratto di espansione modificato, che allargherebbe la platea ad almeno 20mila aziende, è stata appoggiata anche dai sindacati che vedrebbero nel contratto di espansione uno degli strumenti per contrastare i licenziamenti.
D’altronde sul mondo del lavoro pesa la spada di Damocle della fine del blocco dei licenziamenti che avverrà in due tempi, entro il 30 giugno ed entro il 31 ottobre 2021, come previsto con la proroga del decreto Sostegni. Anche il ministro del Lavoro sarebbe sulla stessa lunghezza d’onda.
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Ricordiamo che a oggi il contratto di espansione, che va stipulato in sede governativa con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e con sindacati e le loro rappresentanze sindacali aziendali, serve:
- alle aziende con almeno 500 dipendenti (modifica Legge di Bilancio 2021) per avviare percorsi di riorganizzazione e reindustrializzazione con il ricorso alla cassa integrazione straordinaria con una riduzione dell’orario di lavoro di almeno il 30%;
- per l’anticipo sulla pensione con uno scivolo a determinate condizioni.
A oggi per andare in pensione con questo strumento i lavoratori devono infatti trovarsi ad almeno 5 anni dalla pensione di vecchiaia a 67 anni o dalla pensione anticipata.
Il contratto di espansione quindi permette di andare in pensione a 62 anni o comunque 5 anni in anticipo e la platea si vuole pertanto allargare a 20mila aziende, ma quanto costa?
Quanto costa?
Ma quanto costa estendere il contratto di espansione alle circa 20mila aziende per la pensione con 5 anni di anticipo allargando la platea?
Come riporta il Corriere della Sera secondo le simulazioni dei tecnici, che hanno considerato aziende fino a 100 dipendenti però, la misura costerebbe tra gli 800 e i 900 milioni di euro. Allargando la platea il costo ovviamente per l’anticipo della pensione aumenterebbe.
Le risorse aggiuntive per la modifica del contratto di espansione andrebbero nella prossima Legge di Bilancio 2022, ma si tratta ovviamente di ipotesi. Solo le simulazioni con una platea ancora più fitta potrebbero dare l’idea della fattibilità o meno della riforma.
Sta di fatto che potenziare il contratto di espansione per il 2022 permetterebbe di abbandonare senza troppa sofferenza Quota 100. La pensione con il contratto di espansione viene anticipata a 62 anni, ma favorirebbe i lavoratori che hanno meno anni di contributi e avrebbe un costo ridotto rispetto a Quota 100 che proprio il 31 dicembre 2021 conclude la sua fase di sperimentazione.
Per il momento si tratta di ipotesi, per le certezze la strada è ancora lunga e tutta in salita.
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