Ieri nel corso dell’incontro di Governo, il Segretaio della Cgil Landini ha ribadito la necessità di un nuovo confronto sul tema della riforma pensioni che in futuro peserà quasi esclusivamente sui giovani.
Il tema pensioni torna ieri nel corso dell’incontro di Governo dove Maurizio Landini, Segretario generale della Cgil, ha ricordato all’esecutivo l’imminente necessità di riaprire un tavolo di confronto sulla questione della riforma pensioni perché “ Quota 100 non ha risolto i problemi della Fornero soprattutto per donne e giovani ”.
Landini, che nel corso di un’intervista al Manifesto ha rivendicato la bontà delle mobilitazioni umanitarie che hanno portato il Governo a un nuovo confronto con i sindacati, vede però la necessità di portare a casa dei risultati. Il Governo deve adesso decidere se intende fare una legge di bilancio che sia in accordo con il mondo del lavoro o proseguire come ha fatto fino ad ora.
Pensioni: sul sistema contributivo è allarme
Durante l’incontro di ieri tra Governo e sindacati si sono mossi diversi pareri che muovono verso una criticità del contributivo. Il Segretario generale della Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori, Francesco Cavallaro, ha ribadito il proprio parere favorevole rispetto al reddito di cittadinanza e il salario minimo, approvando in tema di riforma pensioni l’introduzione di Quota 100 e l’ipotesi di un incremento delle pensioni minime.
Cavallaro si è poi spostato sulla necessità di porre attenzione alla normativa che regola il sistema previdenziale pubblico derivante direttamente dal sistema di calcolo contributivo.
“Rispetto a tale argomento, infatti, urge avviare una profonda riflessione dal momento che, a breve, il nuovo sistema inizierà ad esplicare i propri effetti con un forte impatto negativo per i lavoratori, destinato, oltretutto, ad ampliarsi negli anni a venire”.
Secondo il Segretario generale aggiunto della Cisl Luigi Sbarra, la vera battaglia consiste nella riduzione del carico fiscale sui redditi di lavoro e da pensioni.
Riforma pensioni, i giovani rischiano di più
Benché non sia sia stato tema dell’incontro di ieri, è l’inserto Affari&Finanza di Repubblica a fornirci un dato di riflessione interessante sul tema della riforma pensioni. L’inserto mette in luce l’esistenza di un dossier fortemente critico sul tema previdenziale: ovvero sulle future pensioni dei giovani professionisti.
Si stima infatti che chiunque abbia provato a fare un calcolo approssimativo del futuro importo pensionistico, si trovi davanti, nella maggior parte dei casi, ad una cifra che non permetta nemmeno di arrivare a fine mese.
La pensione, in percentuale dell’ultimo reddito percepito, varia dal 15% al 30%, con una decisa propensione per la prima percentuale. In altre parole se l’ultimo reddito è stato di 50mila euro, si andrà in pensione con una cifra variabile tra i 7mila e i 16mila euro. Le casse di previdenza private stanno lavorando alla ricerca di contromisure proprio in previsione di una situazione di estrema povertà pensionistica.
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