Italia nel mirino di S&P: la società ha alzato l’outlook del nostro Paese, esprimendo fiducia nel piano di crescita del Governo Draghi. La visione sull’economia italiana è positiva: i motivi.
L’Italia incassa una promozione dalla società statunitense S&P.
La nostra nazione si conferma osservata speciale nelle prospettive di crescita e resta avvolta da un clima di fiducia verso l’operato del Governo Draghi.
Ci sono grandi aspettative sul programma di ripresa e resilienza e, soprattutto, sull’incidenza degli investimenti che partiranno con le risorse del Recovery Fund.
S&P ha migliorato l’outlook: i motivi delle migliori aspettative sull’Italia.
Italia: migliora l’outlook di S&P per questi motivi
Con l’aggiornamento del giudizio di S&P sull’Italia si riaccendono i riflettori sul nostro Paese.
Rating BBB confermato e outlook migliorato da stabile a positivo: una promozione, dunque, per l’economia italiana in questo delicato momento di ripresa tra tanti ostacoli a livello globale.
Le motivazioni di tale rinnovata e rafforzata fiducia verso il Belpaese sono state così evidenziate:
“L’ampia maggioranza bicamerale del governo Draghi dovrebbe garantire l’attuazione alla fine del 2021 dei 51 traguardi e obiettivi inclusi nel suo ambizioso programma di riforme”
Nello specifico, si guarda con ottimismo agli investimenti nel 2021 e nel 2022 promessi dal PNRR, che dovrebbero spingere il PIL nazionale ai livelli pre-crisi con un anno di anticipo.
L’impegno messo in campo dal Governo Draghi nei confronti della crescita dovrebbe migliorare anche i conti pubblici.
Secondo S&P, il PIL nel 2021 si attesterà a +6% e nel 2022 a +4,4%. Il deficit italiano è stimato 8,8% del Prodotto Interno Lordo nel 2021 e al 5,8% nel 2022. Per quanto riguarda il debito pubblico la previsione è di un calo al 144% in rapporto al PIL nel 2021.
Da sottolineare, che la società ha fatto menzione anche della vicenda Unicredit-Monte dei Paschi di Siena, affermando che la cessione “richiederebbe quasi certamente un significativo apporto di capitale da parte dello Stato italiano, il che rappresenterebbe un potenziale rischio a livello fiscale.”
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