Perché la Russia non si oppone all’ipotesi Ucraina nell’Unione Europea

Luna Luciano

3 Aprile 2022 - 14:10

La Russia non si opporrebbe all’entrata dell’Ucraina nell’Unione Europea, ma sorge spontanea la domanda sul perché la Russia non si opponga: quali potrebbero essere i suoi vantaggi?

Perché la Russia non si oppone all’ipotesi Ucraina nell’Unione Europea

Ucraina nell’Unione Europea. È questo uno dei punti cruciali emerso durante il round negoziale di Istanbul. La delegazione ucraina ha presentato sul tavolo degli accordi la disponibilità dello Stato a rinunciare alla Nato, adottando uno status neutrale, chiedendo a Mosca di non ostacolare la candidatura per entrare nell’Unione Europea.

Una richiesta che sarebbe stata accolta prontamente dalla delegazione russa, il portavoce russo Vladimir Medinskij ha infatti confermato che non vi sarà “nessuna obiezione” a riguardo. Una decisione che è stata registrata come un segnale positivo, un passo avanti da entrambe le parti per poter giungere a un accordo al più presto.

Eppure, proprio la scelta della Russia di mostrarsi subito collaborativa su questo punto così delicato desta sospetti ed è naturale domandarsi il perché la Russia non si oppone all’Ucraina nell’Unione europea. Lo scenario che si apre davanti non è del tutto rassicurante, alcune questioni rimaste aperte sul tavolo dei negoziati consentirebbero alla Russia di influire in qualche modo nello spazio comunitario europeo. Ecco quali sono i rischi per l’Europa.

Negoziati a Istanbul, l’Ucraina: addio Nato ma non all’Ue

Prima di poter capire perché la Russia non si è opposta all’entrata dell’Ucraina nell’Ue, è opportuno fare il punto della situazione sul round negoziale che si è tenuto a Istanbul, alla presenza del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.

L’Ucraina direbbe addio definitivamente alla Nato. Infatti, la delegazione ucraina avrebbe confermato di voler adottare uno status neutrale e libero dal nucleare. Una rinuncia in cambio della possibilità di candidarsi all’entrata nell’Ue. Vladimir Medinskij avrebbe confermato che da parte della Russia non ci sarebbe alcuna intenzione di ostacolare l’entrata.

Eppure, sul tavolo questioni rilevanti sono rimaste aperte: la Crimea e il Donbass, per i quali sarebbe previsto un filone di colloqui separati da quello per il cessate il fuoco. Per la Crimea – annessa di fatto nel 2014 - la finestra temporale per giungere un accordo è di 15 anni. Per il bacino carbonifero del Donbass e quindi per le autoproclamate repubbliche di Luhanks e Donetsk, Mosca ne aveva già riconosciuto l’indipendenza – addirittura tre giorni prima dell’invasione in Ucraina. Sarebbe quindi impensabile che la Russia di Putin possa mettere in discussione delle conquiste date per acquisite.

Perché la Russia non si oppone all’Ucraina nell’Ue?

La Russia non avrebbe quindi alcuna intenzione di ostacolare nell’ipotesi l’entrata dell’Ucraina nell’Ue. Questo perché probabilmente dall’entrata del Paese nell’Unione potrebbe ricavarne dei vantaggi.

Ciò che desta sospetti è proprio la finestra temporale di 15 anni per trovare un accordo sulla Crimea. In questo caso, l’ingresso dell’Ucraina in Ue comporterebbe l’entrata nello spazio comunitario di un Paese che di fatto subirebbe una forte influenza russa entro i propri confini nazionali. Uno scenario che – secondo il Corriere della Sera - favorirebbe gli sforzi del Cremlino per infiltrarsi nello spazio comunitario europeo. Una possibilità che di fatto creerebbe spaccature all’interno dell’Unione, indebolendola.

Quali sono i rischi per l’Ue?

L’entrata nell’Ue dell’Ucraina, a tali condizioni, potrebbe quindi comportare qualche rischio. Bruxelles, infatti, non potrebbe mai accettare la presenza di Mosca in piena Europa, senza contare – come ricorda in un servizio il Corriere della Sera - tutte le incognite degli accordi come “la cooperazione militare, la condivisione di informazioni e una politica estera comune”.

Bisogna inoltre considerare che la domanda dell’Ucraina dovrebbe richiedere del tempo, in quanto il Paese è ancora lontano da alcuni standard come la trasparenza e i diritti democratici. Per questo motivo Bruxelles potrebbe prendere in considerazione la possibilità di integrare Kiev solo se questa cedesse completamente i territori critici alla Russia – in modo da evitare la possibilità di avere un Paese in Europa che per 15 anni dovrà subire comunque l’influenza della Russia.

Una scelta che però schiaccia tra l’incudine e il martello l’Ucraina che fin dai primi negoziati ha dichiaro di non essere disposta a rinunciare alla propria integrità territoriale. Quella di Mosca, dunque, potrebbe essere una mossa per provocare uno scollamento sul fronte europeo e Kiev, che dovrebbe così scegliere - senza che la Russia sia la responsabile diretta – tra il Sud-Est del proprio territorio e il sogno europeo.

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