Le indagini del Census Bureau mostrano che una fetta significativa di famiglie continua a lottare per coprire le spese quotidiane, nonostante l’inflazione abbia raggiunto livelli più sostenibili.
La recente decisione della Federal Reserve di tagliare il tasso d’interesse di mezzo punto percentuale segna un passo significativo nella politica monetaria, ma gli effetti di tale decisione sui consumatori e sull’economia nel complesso rimangono incerti. Già prima del taglio, i mercati finanziari avevano cominciato a rendere il credito più accessibile a famiglie e imprese, riducendo i tassi sui mutui e sui prestiti personali. Tuttavia, la velocità con cui questi benefici si manifesteranno concretamente per i consumatori e le imprese non è ancora chiara.
Nonostante il rallentamento dell’inflazione, il malessere economico statunitense persiste. Questo sentiment è alimentato da quasi due anni di inflazione elevata che, nonostante stia ora diminuendo, continua a influenzare le percezioni degli elettori, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali del 5 novembre.
Il taglio dei tassi della Fed del 18 settembre potrebbe rappresentare solo il primo di una serie di riduzioni. Un ulteriore taglio di un quarto di punto percentuale è previsto per il prossimo incontro politico, che inizierà il giorno dopo le elezioni presidenziali. L’effetto di questi tagli è già visibile: i tassi sui mutui a 30 anni, il tipo di prestito immobiliare più comune negli Stati Uniti, sono scesi intorno al 6%, dopo aver sfiorato l’8% solo un anno fa. [...]
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