A Cuba c’è stata la più grande manifestazione di protesta degli ultimi decenni: perché migliaia di cittadini sono scesi in piazza contro il governo presieduto da Diaz-Canel.
Negli ultimi mesi così segnati dalla pandemia, di Cuba sul versante Covid si è parlato soprattutto in maniera estremamente positiva: prima i medici arrivati in Italia per aiutarci a fronteggiare la prima ondata, poi le notizie diffuse dal Governo sull’efficacia del proprio vaccino.
Qualcosa però a Cuba non sta andando per il meglio: dalla fine di giugno si è registrato un forte aumento del numero dei nuovi casi, fino al picco delle quasi 7.000 positività riscontrate domenica 11 luglio.
La stessa data è comunque destinata a entrare nella storia recente dell’isola: migliaia di cittadini sono scesi in piazza contro il Governo presieduto dal presidente Diaz-Canel, per quella che è stata la manifestazione di protesta più partecipata degli ultimi anni.
Cuba: i motivi della protesta
Domenica 11 luglio è stata una giornata segnata da numerose manifestazioni di protesta a Cuba. Migliaia di cittadini sono scesi in piazza a L’Avana e nelle altre principali città del paese.
Da quanto si apprende, a protestare sono stati soprattutto i giovani e non sono mancati anche attimi di tensione con le Forze dell’Ordine: a seguito di un lancio di oggetti contro gli agenti, sono partite delle cariche per disperdere i manifestanti con il bilancio che alla fine è stato di una ventina di arresti.
Destinatario delle proteste è Miguel Diaz-Canel, presidente di Cuba dall’ottobre 2019 dopo aver ricevuto il testimone da Raul Casto, fratello del leader maximo Fidel morto nel novembre del 2016.
I motivi delle manifestazioni sono da ricercare nella crisi economica che sta attanagliando Cuba, a causa delle vecchie e nuove sanzioni disposte dagli Stati Uniti, l’embargo dura ormai da sessant’anni, senza dimenticare gli effetti della pandemia in un Paese che vive di turismo.
I cittadini scesi in piazza hanno urlato slogan contro le lunghe file per procurarsi cibo e altri generi di prima necessità, ma nell’isola c’è un forte malcontento per l’aumento dei prezzi e la mancanza di energia elettrica e medicinali.
Dura la presa di posizione del presidente Miguel Diaz-Canel, che ha difeso il sistema socialista cubano tirando in ballo direttamente gli Stati Uniti, accusati di essere il deus ex machina di queste proteste.
“Dietro a tutto questo c’è il sogno di porre fine alla rivoluzione cubana - ha attaccato Diaz-Canel - Non permetteremo a nessuno di manipolare la nostra situazione. Né ammetteremo che un qualsiasi mercenario venduto dagli Stati Uniti provochi una destabilizzazione a Cuba”.
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