La corsa del petrolio sembra rallentare mentre il meeting dell’Opec+ in programma la prossima settimana potrebbe decidere un aumento della produzione
Brusco stop al rally di petrolio, in attesa della riunione dell’Opec che potrebbe decidere un aumento della produzione di greggio.
I future del petrolio WTI cedono oggi quasi un punto percentuale e vengono scambiati a 74,53 dollari al barile, allontanandosi rapidamente dai massimi di tre anni toccati il 28 settembre di 76,42 dollari. In calo anche il Brent, scambiato sotto quota 78 dollari al barile.
Lunedì 4 ottobre è prevista la riunione dei paesi produttori aderenti all’Opec, a cui ormai puntualmente si aggiunge la Russia, nella quale si discuterà sull’ipotesi di aumento della produzione, andando oltre il precedente accordo.
Opec+ pronta ad aumentare la produzione di petrolio?
Lo scorso accordo tra i paesi dell’Opec+ aveva visto un aumento della produzione di 400 mila barili al giorno nei mesi di novembre e dicembre.
Secondo fonti della Reuters, il meeting di lunedì potrebbe rivedere questo accordo, visto l’alto livello dei prezzi segnato dal petrolio in queste settimane.
L’ipotesi rilanciata dall’agenzia riguarda un aumento di 800 mila barili al giorno in un solo mese, mentre nel corso di quello successivo l’incremento potrebbe essere azzerato.
Il raddoppio dell’aumento della produzione potrebbe essere deciso per il mese di novembre, in quanto l’ultima riunione dell’Opec+ si era espressa sui volumi di ottobre.
“Non possiamo escludere nessuna opzione”, spiegavano ieri le fonti interne dell’OPEC+ e “l’idea che il mercato del petrolio possa aver bisogno di maggiore produzione di quanto previsto dall’accordo esistente è uno degli scenari possibili”.
La decisione potrebbe essere stata presa nell’arco di poche ore, in quanto solo mercoledì scorso le fonti Reuters indicavano la conferma del piano esistente quale “scenario più probabile”.
Se non sono chiare le ragioni del cambio, certamente ha influito la riunione del Comitato Tecnico Congiunto (JTC) dell’Opec+, nella quale sono state riviste le prospettive del mercato, riducendo le previsioni circa il surplus di fornitura previsto per il 2022.
Le previsioni di Equita Sim
L’aumento del petrolio si inserisce in un contesto inflazionistico già sotto pressione a causa dell’incremento dei prezzi delle altre materie prime energetiche come il gas e il carbone, rallentando la ripresa economica in atto.
“Considerando la recente impennata del prezzo del petrolio e del gas naturale, c’è la concreta possibilità che il Cartello possa aumentare ulteriormente la produzione”, secondo gli analisti di Equita Sim.
“La nostra ipotesi corrente sul prezzo del Brent è di 65 dollari al barile per quest’anno e di 70 dollari per l’anno prossimo”, prevedono gli esperti.
Per quanto riguarda il mercato azionario legato al petrolio, dalla sim milanese indicano come titoli favoriti Eni e Galp fra le integrate e Tenaris nel segmento dei servizi.
Proprio sul titolo Eni, Equita mantiene la posizione buy con fair value di 13 euro.
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