Il piano vaccinale Covid in Italia è stato aggiornato. Prima gli anziani, poi i giovani; priorità alle persone «estremamente fragili». Ecco modalità, tempistiche e calendario delle somministrazioni.
Il piano vaccinale anti-Covid che ha preso il via ufficialmente lo scorso 27 dicembre cambia ancora con Mario Draghi e il nuovo commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo.
Varia anche sulla base del vertice odierno tra governo e Regioni alla presenza del premier Mario Draghi, del ministro della Salute Roberto Speranza e del Commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo e del capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio.
Vertice dal quale si apprende che il futuro del Paese e del suo cammino anti-Covid deve necessariamente essere strutturato in base all’arrivo dei vaccini, così come chiesto a gran voce dalle Regioni, in attesa poi della giornata chiave di mercoledì con il CdM da cui potrebbe uscire il nuovo decreto legge Covid.
Proprio l’ex numero uno della BCE, stando a quanto riporta l’ANSA, avrebbe parlato di forniture di vaccini che la Commissione ha assicurato essere “più che sufficienti per raggiungere l’immunità entro il mese di luglio in tutta l’Europa”.
In base alla tabella del Ministero della Salute, per ora il nuovo programma vaccinazione prevede che entro giugno saranno vaccinate 60 milioni di persone. Ecco come e secondo quali priorità e tempistiche.
Il nuovo piano vaccini anti-Covid in Italia
Per decidere chi riceverà prima il vaccino, il nuovo piano vaccini si basa su due criteri, che varranno per tutte le Regioni:
- la fascia d’età
- le condizioni di salute
Da una parte si continuerà a vaccinare over 80, personale docente e scolastico, forze dell’ordine, personale del servizio pubblico, penitenziari e altre comunità residenziali, dall’altra si identificano nuove categorie prioritarie che riceveranno il vaccino: tocca prima gli anziani e poi ai giovani, prima alle persone con gravi disabilità o con serie condizioni fisiche e patologie che le rendono estremamente vulnerabili.
Chi riceverà prima il vaccino
Parallelamente alle vaccinazioni di docenti e forze dell’ordine, si procede ora con la somministrazione del vaccino anti-Covid, con ordine di priorità, a:
- categorie estremamente fragili
- persone di età compresa tra 70 e 79 anni
- persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni
- persone con comorbilità sotto i 60 anni senza quella connotazione di gravità riportata per l’elevata fragilità
- il resto della popolazione sotto i 60 anni
Chi sono le persone fragili
In questa categoria rientrano le persone con gravi disabilità (fisica, sensoriale, intellettiva, psichica) che hanno diritto alla legge 104, e quelle che soffrono di condizioni o patologie preesistenti che, in caso di infezione da Covid-19, hanno un rischio particolarmente elevato di sviluppare forme gravi o letali della malattia. Tra queste troviamo diabete, fibrosi cistica, insufficienza renale, immunodeficienza o in trattamento con farmaci immunomodulanti, cirrosi epatica, tumori, trapianti di organi o in lista d’attesa, grave obesità, HIV.
Chi avrà il vaccino Pfizer, Moderna o AstraZeneca
Il Piano riporta che le raccomandazioni su gruppi target a cui offrire la vaccinazione saranno soggette a modifiche e verranno aggiornate in base all’evoluzione delle conoscenze e alle informazioni disponibili, in particolare relativamente a efficacia vaccinale e/o immunogenicità e sicurezza dei vaccini disponibili in diversi gruppi di età e fattori di rischio, effetto del vaccino sull’acquisizione dell’infezione, sulla trasmissione e sulla protezione da forme gravi da malattia e sulla evoluzione della situazione epidemiologica.
Ad oggi in Italia sono tre i vaccini autorizzati da EMA e AIFA per l’immissione in commercio: Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca. Un quarto vaccino, dell’azienda J&J, è in fase di approvazione e si renderà presto disponibile.
Le attuali indicazioni prevedono l’uso dei vaccini a RNA messaggero (mRNA) nei soggetti a più alto rischio di sviluppare una malattia grave (persone estremamente vulnerabili).
I sieri indicati per la Fase 1 della campagna, riguardante operatori sanitari e socio-sanitari, ospiti delle Rsa e ultraottantenni, sono stati quindi Pfizer e Moderna. La Fase 2, sempre con vaccino Pfizer e Moderna, riguarda in ordine di priorità persone estremamente vulnerabili, anziani tra i 75 e i 79 anni, anziani tra i 70 e i 74 anni, persone vulnerabili under 70, anziani di fascia 60-69 anni che non presentano rischi specifici, persone tra i 55 e i 59 anni che non presentano rischi specifici.
Il vaccino AstraZeneca è stato destinato a personale scolastico e universitario docente e non docente, forze armate e di polizia, guardia di finanza, guardia costiera e vigili del fuoco; personale carcerario, detenuti e polizia penitenziaria; luoghi di comunità; i lavoratori dei servizi essenziali. Anche questo vaccino ha bisogno di due dosi per essere efficace, a distanza di 4-12 settimane l’una dall’altra.
L’immunizzazione di massa, ossia per il resto della popolazione (over 16), verrà fatta con i vaccini a seconda della disponibilità. Entro il prossimo autunno si dovrebbe portare a termine la campagna di vaccinazione, per raggiungere quella immunità di gregge fondamentale per superare l’emergenza. Al momento i bambini non sono previsti tra le categorie di soggetti che riceveranno il vaccino anti-Covid, in quanto i sieri attualmente approvati non sono raccomandati dall’EMA per chi ha meno di 16 (Pfizer) e 18 anni (Moderna).
Dove si fa il vaccino
Oltre ai centri vaccinali predisposti dalle Aziende Sanitarie Locali, per la campagna di vaccinazione di massa sono messi a disposizione i drive through riconvertiti come centri vaccinali, i piazzali delle stazioni, i centri commerciali, i centri congressi, i palazzetti dello sport e gli stadi.
Per raggiungere i centri abitati più piccoli e isolati ci saranno nuclei vaccinali mobili.
Il nuovo piano vaccini prevede che, qualora le dosi di vaccino disponibili lo permettano, si può vaccinare in azienda, a prescindere dall’età, fatto salvo che la vaccinazione venga realizzata in sede, da parte di sanitari ivi disponibili, al fine di realizzare un notevole guadagno in termini di tempestività, efficacia e livello di adesione.
E dopo l’accordo con i medici e i pediatri di famiglia, si allarga la platea dei potenziali vaccinatori anche agli odontoiatri e agli specializzandi. Tra le ipotesi sul tavolo anche quella di autorizzare la somministrazione a infermieri e farmacisti sotto la supervisione di un medico.
Quante dosi arriveranno
In tutto in Italia è previsto l’arrivo di oltre 240 milioni di dosi in base agli accordi stipulati. L’obiettivo, al momento, è accelerare la campagna di immunizzazione: tra aprile e giugno sono in arrivo 52 milioni di dosi e si punta ad avere 60 milioni di persone vaccinate entro quel periodo.
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