Il brand italiano di alta moda, insieme a Luxochain e la piattaforma Virgo, è promotore di un progetto pionieristico che unisce moda sostenibile e blockchain: con la collezione Reimagine si dà vita all’‘upcycling certificate.
Continua l’impegno di Pinko nell’essere una delle case di moda più creative e innovative, anche in ambito tech.
Una delle ultime iniziative degne di nota è il lancio di Reimagine, una speciale capsule collection realizzata in collaborazione con il designer inglese Patrick McDowell, tutta incentrata sull’upcycling, ossia il riciclo per il recupero migliorativo.
Pinko ha scelto di prendere vecchi pezzi d’archivio e delle passate collezioni e dargli nuova vita, trasformandoli in capi e accessori nuovi di alta qualità. Pullover, blazer, pantaloni, fino all’iconica Love bag: i capi vengono rinnovati e ridisegnati con approccio etico e creativo.
Una soluzione che offre valore aggiunto al prodotto e comporta un circolo virtuoso che permette all’industria della moda di sprecare di meno e limitare il proprio impatto sull’ambiente.
Pinko usa la blockchain per la moda sostenibile
“Ogni capo è davvero unico: ne abbiamo certificato l’autenticità anche tramite blockchain”, spiega il direttore creativo di Pinko Caterina Negra.
Grazie alla blockchain della società svizzera Luxochain, nata per riconoscere la contraffazione nel lusso, e al suo servizio Verified by Virgo, tutti i capi della collezione Reimagine si avvalgono di un “attestato” di originalità e autenticità.
Hanno infatti il tag NFC, una specie di etichetta elettronica dotata al suo interno di un chip che ne garantisce l’originalità e racconta il certificato di nascita.
“La nostra blockchain”, spiega Davide Baldi CEO di Luxochain, “è stata pensata per servire le esigenze specifiche dei brand del lusso e della moda. Il cliente ha sempre più bisogno di autenticità e trasparenza, e il nostro lavoro consiste nel fornire la tecnologia più efficace possibile, abbattendo costi e barriere dovute alla complessità di utilizzo”.
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