Più tutele per medici e infermieri: la deputata Ianaro ci spiega la nuova legge contro le aggressioni in corsia

Isabella Policarpio

21/05/2020

Pene più severe per chi aggredisce il personale medico sanitario e corsi di formazione per gestire gli episodi di violenza: abbiamo chiesto ad una deputata cosa prevede la legge appena approvata.

Più tutele per medici e infermieri: la deputata Ianaro ci spiega la nuova legge contro le aggressioni in corsia

Da oggi chi aggredisce e minaccia medici e infermieri in corsia rischia fino a 10 anni di carcere per lesioni gravi e fino a 16 anni per lesioni gravissime.

Lo prevede la nuova legge che tutela il personale medico-sanitario nello svolgimento delle funzioni. Un provvedimento atteso da molto tempo che acquista ancor più significato dopo il contributo che medici, infermieri e Oss hanno dato nella gestione dell’emergenza coronavirus.

D’ora in avanti gli episodi di violenza contro il personale medico e infermieristico diventano procedibili d’ufficio e viene istituito un Osservatorio nazionale per monitorare le aggressioni e promuovere protocolli di sicurezza.

Abbiamo chiesto maggiori dettagli alla deputata Angela Ianaro (M5S), impegnata in prima linea nella definizione del testo, che ci ha spiegato le novità in arrivo per medici e infermieri.

Aggressione contro medici e infermieri, finalmente un provvedimento ad hoc. Come si è arrivati a questo traguardo?

Questo provvedimento nasce quando al Ministero della Salute c’era ancora Giulia Grillo (Governo Conte I) e ha avuto un rallentamento dapprima a causa della nuova compagine governativa e poi della diffusione dell’epidemia, che ha rallentato i lavori in Parlamento.

Adesso il provvedimento è stato perfezionato e raccoglie il consenso anche delle opposizioni, cosa che sottolinea l’importanza della questione: la tutela di medici e infermieri non conosce partiti, anzi è una priorità nazionale.

Quali sono i soggetti più a rischio e come si vuole reprimere gli episodi di violenza?

Obiettivo primario della legge in questione, ribadisce la deputata Ianaro, è la prevenzione degli episodi violenti, lo sforzo delle autorità deve confluire nel limitare al minimo le aggressioni e le minacce nei confronti del personale medico.

Per farlo occorre innanzitutto individuare le categorie “più a rischio” che sono i medici del Pronto soccorso, i chirurghi, gli anestesisti e soprattutto gli psichiatri.

Nel testo leggiamo che verrà data grande attenzione alla sensibilizzazione dei cittadini riguardo al tema delle aggressioni in corsia. Abbiamo chiesto alla deputata in che modo le autorità pensano di perseguire questo ambizioso obiettivo:

“Innanzitutto abbiamo previsto un Osservatorio nazionale che abbia la funzione non solo di monitorare gli episodi di violenza, ma anche di promuovere studi ed analisi per ridurre il rischio, di monitorare l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione previste dalla disciplina in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro”.

Saranno poi organizzati dei corsi formazione per medici e infermieri finalizzati alla “prevenzione e gestione di situazioni di conflitto, oltre che al miglioramento della qualità dei rapporti con gli utenti”.

Giusto aumentare le sanzioni per chi aggredisce il personale sanitario, ma cosa ne è stato dello “scudo penale” per i medici?

“È una questione a parte rispetto al provvedimento che abbiamo ora approvato alla Camera, ed è giusto che lo si tratti in maniera approfondita in un provvedimento ad hoc.”

Per ora “l’urgenza era dare ai nostri professionisti sanitari uno strumento per tutelarli da un fenomeno purtroppo gravissimo e diffuso, quello della violenza, e l’abbiamo fatto.”

Un primo passo importante e decisivo per la sicurezza del personale sanitario. Ma la Ianaro assicura “continueremo a lavorare per questo”.

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