Politici rinunciano allo stipendio: andrà al sistema sanitario per la lotta al virus

Marta Tedesco

10/04/2020

In Bulgaria deputati e ministri hanno deciso di rinunciare al proprio stipendio e devolverlo al sistema sanitario nazionale per la lotta contro il coronavirus. L’iniziativa è partita il 1° aprile e durerà fino a fine emergenza.

Politici rinunciano allo stipendio: andrà al sistema sanitario per la lotta al virus

Deputati e ministri hanno deciso di rinunciare al proprio stipendio fino alla fine dell’emergenza coronavirus. Succede in Bulgaria, dove a partire dal 1° aprile l’importo dei singoli salari mensili verrà direttamente devoluto a sostegno del sistema sanitario. Un gesto simbolico ingente se si considera che la Bulgaria è uno dei paesi più poveri dell’Unione Europea.

In questo periodo non solo i politici bulgari si sono impegnati per far fronte all’emergenza. In Italia, per esempio, molti partiti e singoli politici hanno contribuito con generose donazioni a dare una mano a istituzioni e organizzazioni in prima linea nella lotta contro la COVID-19.

Bulgaria, deputati e ministri rinunciano allo stipendio

I politici bulgari hanno deciso di rinunciare ai propri salari e devolverli al sistema sanitario nazionale. Una misura ritenuta necessaria, considerando la situazione di emergenza mondiale, la decisione del governo bulgaro di attuare rigide misure di contenimento fino al 13 maggio e un possibile sovraccarico degli ospedali che si potrebbe verificare.

Questo gesto simbolico e solidale si stima abbia un valore 1,44 milioni di leva, ovvero circa 740mila euro. La proposta è stata avanzata dal partito conservatore attualmente al potere, il GERB, ed è stata accettata all’unanimità dal parlamento lunedì 6 aprile.

Tale gesto appare davvero ammirabile considerando che la Bulgaria sia una nazione in grande sofferenza economica. A causa dell’emergenza COVID-19 infatti è atteso un aumento consistente della disoccupazione nel paese, fino al 6,2%, causata dai 42.000 nuovi disoccupati registrati fino a oggi.

Per adesso comunque sul territorio bulgaro lo stato di emergenza COVID-19 rimane contenuto. I casi di positivi al virus sono 549, mentre i morti accertati sono per ora 22. Tuttavia, il paese ha deciso di adottare misure di contenimento molto rigide per consentire al sistema sanitario di fronteggiare l’epidemia sin dalla metà di marzo.

Le donazioni dei politici per l’emergenza

La Bulgaria non è l’unico Stato ad aver avviato iniziative di questo tipo. Nel nostro paese, per esempio, il Movimento 5 Stelle ha provveduto a donare alla Protezione Civile 3 milioni di euro, derivati dai tagli agli stipendi dei propri parlamentari. I soldi sono stati destinati in particolare per l’acquisto di apparecchi per la terapia intensiva.

In seguito Vito Crimi, capo politico M5S, aveva avanzato anche la proposta di procedere con un taglio degli stipendi di tutti quanti i parlamentari. Messaggio sostenuto e rilanciato poi dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Tutti stanno facendo sacrifici enormi”, aveva scritto il politico su un post di Twitter.

Anche in Grecia il primo ministro Kyriakos Mītsotakīs ha chiesto a ministri, sottosegretari e parlamentari del suo partito di centrodestra Nuova Democrazia (ND) di versare per due mesi metà del loro stipendio da destinare a un fondo speciale per rispondere all’emergenza coronavirus. I politici devono essere “in prima linea nella solidarietà”, ha dichiarato il premier. Poco dopo, la richiesta del primo ministro è stata accolta dal presidente della Repubblica greco, Katerina Sakellaropoulou, che ha annunciato la sua adesione all’appello.

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