Tragedia a Genova; è crollato il viadotto Polcevera ideato dall’ingegnere Riccardo Morandi e realizzato dalla Società Italiana Condotte D’Acqua.
Il Ponte Morandi - anche conosciuto come viadotto Polcevera - è crollato portando con sé diverse automobili che in quel momento stavano attraversando il tratto dell’autostrada A10.
Al momento i soccorsi stanno lavorando per estrarre le persone intrappolate sotto alle macerie; le notizie che arrivano da Genova però sono drammatiche visto che si parla di 11 morti accertati (con il numero destinato a salire) e di centinaia di feriti.
Ci si chiede a tal proposito come ha fatto un ponte del genere, con decine di metri di autostrada sospesi nel vuoto, a crollare. Il maltempo (si parla di un fulmine che ha colpito un pilone) che in queste ore si è imbattuto sulla Liguria, infatti, potrebbe essere stata una causa scatenante ma i problemi strutturali c’erano sicuramente già da prima.
In attesa di scoprire quindi qual è la causa del crollo del Ponte Morandi di Genova, vediamo chi è stato a progettarlo e a costruirlo.
Viadotto Polcevera (Ponte Morandi): la storia
Il viadotto Polcevera si chiama così perché attraversa il torrente genoano di Polcevera, all’interno del quale sono crollate la maggior parte delle macerie.
È conosciuto anche come Ponte Morandi in onore all’ingegnere che lo ha progettato: il romano Riccardo Morandi, morto nel 1989 dopo aver ideato opere pubbliche di notevole importanza, come il Ponte Grillo sul Tevere, il Ponte Costanzo sull’Irminio a Ragusa, il Palazzo dello Sport di Milano e il Terminal dell’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino.
Ma è noto anche come il Ponte delle Condotte, ovvero come il nome della società italiana (Condotte d’Acqua) che tra il 1963 e il 1967 lo costruì utilizzando cemento armato precompresso per l’impalcato e cemento ordinario per le torri e le pile.
Tuttavia, dopo la sua inaugurazione - avvenuta il 4 settembre 1967 in presenza dell’allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat - il ponte è stato continuamente oggetto di polemiche, tant’è che è stato sottoposto a diversi interventi di manutenzione.
A tal proposito riportiamo le parole dell’ingegnere Antonio Brencich, professore associato di Costruzioni in cemento armato all’Università di Genova ha pronunciato - il 29 luglio 2016, quindi a due anni prima dal crollo - al portale Ingegneri.info:
Il Viadotto Morandi ha presentato fin da subito diversi aspetti problematici, oltre l’aumento dei costi di costruzione preventivati. Ancora nei primi anni ’80 chi percorreva il viadotto era costretto a fastidiosi alti-e-bassi dovuti a spostamenti differiti delle strutture dell’impalcato diversi da quelli previsti in fase progettuale. Solo ripetute correzioni di livelletta hanno condotto il piano viario nelle attuali accettabili condizioni di semi-orizzontalità.
Quindi il Ponte Morandi - almeno secondo il parere dell’esperto Antonio Brencich - nonostante i lavori di manutenzione è riuscito ad ottenere solamente una condizione “accettabile” di semi-orizzontalità. Una cosa è certa però: i lavori di manutenzione non sono stati sufficienti per evitare la tragedia del 14 agosto 2018.
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