Anche i tributi locali come IMU, TARI e bollo non sono più dovuti una volta decorso il termine di prescrizione. Ecco come funziona la prescrizione in questi casi.
Qual è il termine di prescrizione dei tributi locali?
Oltre ai tributi erariali, di competenza dello Stato centrale il cui accertamento compete all’Agenzia delle Entrate, il nostro ordinamento tributario prevede anche tributi di competenza delle amministrazioni locali.
In particolare, i comuni sono legittimati ad accertare e riscuotere l’IMU (imposta municipale unica) e la TARI (la tassa sui rifiuti), mentre le regioni sono legittimate ad accertare e riscuotere la tassa automobilistica (il cosiddetto bollo auto).
Vediamo se anche per questi tributi locali è previsto un termine di prescrizione entro il quale devono essere accertati e riscossi dagli enti locali competenti.
Prescrizione IMU, TARI e bollo auto
Dopo quanto tempo si prescrivono l’IMU e la TARI?
L’IMU e la TARI sono imposte comunali il cui prelievo finisce direttamente nelle casse dei comuni.
Gli enti locali possono svolgere il procedimento di accertamento e riscossione dell’IMU e della TARI in maniera autonoma, provvedendo a notificare ai contribuenti morosi avvisi di accertamento e ingiunzioni fiscali, oppure affidare tale servizio a società terze che operano da intermediario tra l’ente e il contribuente.
L’articolo 1, comma 161, della Legge numero 296 del 27 dicembre 2006 stabilisce che:
"gli enti locali, relativamente ai tributi di propria competenza, procedono alla rettifica delle dichiarazioni incomplete o infedeli o dei parziali o ritardati versamenti, nonché all’accertamento d’ufficio delle omesse dichiarazioni o degli omessi versamenti, notificando al contribuente, anche a mezzo posta con raccomandata con avviso di ricevimento, un apposito avviso motivato. Gli avvisi di accertamento in rettifica e d’ufficio devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione o il versamento sono stati o avrebbero dovuto essere effettuati”.
Da questa norma emerge che il termine di prescrizione dei tributi locali è di 5 anni. Peraltro, l’articolo 2948 del codice civile, che disciplina l’istituto della prescrizione, al comma 1, numero 4, stabilisce che il termine per recuperare il credito è limitato a 5 anni per i pagamenti versati annualmente o a cadenza più breve, quindi rientrano in questa fattispecie normativa tutte le entrate locali versate periodicamente, come l’IMUe la TARI che sono imposte richieste dai comuni annualmente.
Dunque, per fare un esempio, al contribuente che non versa l’IMU e la TARI relativa all’anno 2021 potrà essere richiesta il pagamento, mediante notifica di un avviso di accertamento, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata registrata la violazione, quindi entro il 31 dicembre 2026.
Gli stessi principi valgono anche per la notifica della cartella esattoriale. Infatti, dopo la notifica dell’avviso di accertamento, l’ente comunale, o una società di riscossione che agisce per conto di quest’ultimo, per non incorrere nella prescrizione del tributo, ha 5 anni di tempo per notificare al contribuente una cartella esattoriale con la richiesta di pagamento del tributo locale non versato, con la maggiorazione di sanzioni e interessi.
Dopo quanto tempo si prescrive il bollo auto?
Anche il bollo auto è soggetto a prescrizione.
La prescrizione dal pagamento del bollo auto è di tre anni, che iniziano a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui la tassa automobilistica doveva essere versata.
Ad esempio, per il contribuente che non ha pagato il bollo auto relativo all’anno 2020, la regione in cui lo stesso ha la residenza ha tempo fino al 31 dicembre 2023 per notificargli l’avviso di accertamento con l’intimazione a versare la tassa automobilistica dovuta.
Anche in questo caso, per la notifica della cartella esattoriale valgono gli stessi principi. Infatti, dopo la notifica dell’avviso di accertamento, la regione, o una società di riscossione che agisce per conto di quest’ultima, per non far prescrivere il tributo, ha 3 anni di tempo per notificare al contribuente una cartella esattoriale con la richiesta di pagamento del bollo auto non versato, maggiorato di sanzioni e interessi.
Come far valere la prescrizione dei tributi locali?
Se al contribuente viene notificato un avviso di accertamento dopo 5 anni dall’anno d’imposta relativo all’IMU o alla TARI, oppure dopo tre anni dall’anno di imposta relativo al bollo auto, per far valere la prescrizione deve impugnare tale atto dinanzi alla Commissione tributaria provinciale entro 60 giorni.
In caso contrario, l’atto impositivo diventa definitivo, nonostante sia illegittimo, e non più impugnabile.
Prima di presentare il ricorso, il contribuente può anche presentare un’istanza di autotutela per richiedere all’ente impositore (il comune per quanto riguarda IMU e Tari, la regione per quanto riguarda il bollo auto) l’annullamento dell’atto impositivo ritenuto totalmente o parzialmente illegittimo.
L’autotutela può essere esercitata a seguito di richiesta del contribuente o d’ufficio, sia in pendenza del giudizio, sia dopo che l’atto è divenuto definitivo per la mancata impugnazione e può riguardare qualsiasi atto impositivo emesso dalla Pubblica Amministrazione.
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