La riforma della prescrizione firmata da Alfonso Bonafede è stata oggetto di attacchi da parte del Pg di Milano all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario
Bufera all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario. Prima il Procuratore generale di Milano Roberto Alfonso, nel suo discorso d’apertura, attacca la legge sulla prescrizione. Poi gli avvocati penalisti si alzano ed escono dall’aula interrompendo il giudice Piercamillo Davigo, giunto in qualità di rappresentante del Csm. Il tutto alla presenza della presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, il vicepresidente del Csm David Ermini, e del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, padre della riforma tanto contestata.
Prescrizione, per Pg Milano riforma è incostituzionale
Il Procuratore generale di Milano non ha dubbi: la riforma è incostituzionale e i casi di prescrizione sono diminuiti. “Viola l’art. 111 della Costituzione, con il quale confligge, quanto agli effetti, incidendo sulla garanzia costituzionale della ragionevole durata del processo”, afferma Alfonso nella relazione per l’Anno giudiziario.
Il Procuratore ha infine lamentato “spaventosi vuoti di organico” e risorse che determinano i “tempi lunghi del processo”.
Allarme a Roma: prescritto 1 processo su 2
Almeno per quanto riguarda il numero di casi, però, sono gli stessi dati a smentire Alfonso: “A Roma prescritto 1 processo su 2”, afferma il presidente della Corte d’Appello di Roma, Luciano Panzani nel suo intervento. Nel distretto laziale, infatti, nel 2019 “i processi prescritti sono stati 19.500 su un totale di 125.000, pari al 15%”.
La percentuale aumenta nella Capitale perché “la prescrizione colpisce maggiormente nei processi per cui c’è condanna in primo grado e quindi quasi uno su due a Roma in Appello”, spiega Panzani.
Anno Giudiziario, avvocati contro Davigo
Sale la tensione nel corso dell’intervento di Piercamillo Davigo, magistrato simbolo della riforma Bonafede. Una quarantina di avvocati della Camera penale di Milano, che avevano chiesto giorni fa l’estromissione del giudice dall’evento, si sono alzati mostrando cartelli contro l’abolizione della prescrizione.
“Abbiamo indicato tre articoli della Costituzione: il 24 che è il diritto alla difesa, il 27 che è la presunzione di non colpevolezza e il 111 che è il giusto processo”, ha spiegato il penalista Giovanni Briola. Non appena Davigo ha preso la parola, il gruppo di avvocati è uscito dall’aula.
Il presidente della II Sezione Penale presso la Corte di Cassazione, nonché membro togato del Csm, ha ignorato la protesta, concentrando il proprio intervento piuttosto sulla “caduta di doveri di comportamento dei magistrati”. Il riferimento è al noto scandalo che ha coinvolto Luca Palamara.
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