Il presidente esecutivo di Ita Alfredo Altavilla ha criticato il Comitato Retribuzioni dell’azienda per il suo stipendio ritenuto troppo basso: “Non tiene conto della mia storia manageriale”.
In un periodo difficile come questo, anche i top manager si lamentano dei loro stipendi. Ha suscitato diverse polemiche la lettera di Alfredo Altavilla indirizzata al Consiglio di amministrazione di Ita, con l’attuale presidente esecutivo della compagnia aerea che non ha digerito la decisione presa dal Comitato Remunerazioni.
I tre consiglieri d’amministrazione del Comitato Remunerazioni nei giorni scorsi hanno stabilito quelli che sono gli stipendi di Altavilla e degli altri manager di Ita Airways, che ha come azionista unico il nostro ministero dell’Economia.
Retribuzioni che poi sono state approvate dal Consiglio d’amministrazione e dal Tesoro, con lo stipendio previsto per Alfredo Altavilla in qualità di presidente esecutivo che è di 400.000 euro lordi l’anno più altri 400.000 euro di parte variabile.
Troppo pochi per Altavilla, che si è lamentato del fatto che il suo stipendio sarebbe “ gravemente lesivo della sua storia manageriale , esperienza e competenza nonché in totale disallineamento con i risultati dell’azione sin qui espressi nella società”.
Ita così non avrebbe tenuto conto del “necessario abbandono di un analogo ruolo apicale in una società quotata”, con il manager che prima di accettare la guida della compagnia aerea ha ricoperto il ruolo di responsabile Europa di Fca.
Ita tra stipendi e vendita
Il presidente esecutivo di Ita Airways però non avrebbe criticato solo il suo di stipendio in quanto troppo basso, ma anche quelli che sono stati decisi per i dieci top manager dell’azienda.
Questa politica retributiva approvata dal Tesoro e dal Consiglio d’amministrazione per Altavilla sarebbe “illogica, paradossale, slegata dal corretto benchmark di settore pur essendosi il Comitato Remunerazioni avvalso di tre advisor a supporto”.
Nel frattempo per quanto riguarda il destino di Ita Airways, da quanto si apprende sarebbero due le offerte fatte per l’acquisto della compagnia di bandiera nostrana che ora il ministero dell’Economia e Finanza starebbe vagliando.
In corsa ci sarebbero la cordata Msc-Lufthansa e il fondo americano Certares. Il Mef sembrerebbe aver fretta di chiudere, con la firma del primo contratto che potrebbe avvenire già a giugno per poi portare a termine il closing entro la fine del 2022.
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