Le varie opzioni a disposizione di ogni contribuente per cercare di migliorare la propria situazione debitoria e risolvere i problemi con il Fisco.
Avere debiti col Fisco è uno dei problemi che maggiormente affligge la gran parte dei contribuenti, siano essi persone fisiche o società.
Ovviamente ogni caso è a sé stante, tuttavia esistono delle soluzioni per cercare di fronteggiare la propria situazione debitoria eccessivamente onerosa.
Innanzitutto ci sono gli istituti della transazione fiscale (per gli imprenditori commerciali e per le società) e del sovraindebitamento (per le persone fisiche e per le famiglie). Vi è poi anche la possibilità di rateizzare il proprio debito col Fisco, in 72 rate mensili che, in determinate condizioni, possono arrivare anche a 120.
Esaminiamo ognuna di queste opzioni.
Risolvere i problemi col Fisco: le possibili soluzioni
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Come risolvere i problemi col Fisco con la transazione fiscale
La transazione fiscale è disciplinata dall’articolo 182-ter del Regio Decreto numero 267 del 1942 (cosiddetta Legge fallimentare) e rappresenta una procedura transattiva tra il Fisco e il contribuente nell’ambito del concordato preventivo e degli accordi di ristrutturazione dei debiti.
Tale procedura permette all’imprenditore o alla società di poter beneficiare di un pagamento in misura ridotta dei debiti tributari e dei debiti contributivi, salvaguardando la continuità imprenditoriale e i livelli occupazionali della propria azienda.
In questa procedura ha una funzione molto rilevante il professionista - designato dal debitore - che deve presentare al Tribunale la relazione di attestazione della veridicità dei dati aziendali e dell’attuabilità dell’accordo di transazione.
Una copia della domanda e della relativa documentazione, contestualmente al deposito presso il tribunale, deve essere presentata al competente ufficio dell’Agenzia delle Entrate oltre che dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, sulla base dell’ultimo domicilio fiscale del debitore.
Dopodiché l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, entro 30 giorni, deve trasmettere al debitore una certificazione attestante l’entità del debito iscritto a ruolo scaduto o sospeso, mentre l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, sempre entro 30 giorni, deve procedere alla liquidazione dei tributi risultanti dalle dichiarazioni dei redditi e alla notifica dei relativi avvisi di irregolarità, unitamente a una certificazione attestante l’entità del debito derivante da avvisi di accertamento, anche se non ancora definitivi.
Per quanto riguarda il debito tributario complessivo, il voto sulla proposta concordataria è espresso dall’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, previo parere conforme della competente Direzione regionale, in sede di adunanza dei creditori.
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Come risolvere i problemi col Fisco con il sovraindebitamento
Per le persone fisiche che non sono soggette alle norme sulle procedure fallimentari, la legge numero 3 del 27 gennaio 2012 ha introdotto l’istituto del sovraindebitamento.
Tale procedura si instaura con la presentazione di una domanda da parte del debitore - assistito dall’Organismo di composizione della crisi (Occ) - al giudice del tribunale in cui il debitore ha la propria residenza. Il giudice deve analizzare la relazione dell’Organismo di composizione della crisi e accertare se l’accumulo dei debiti contratti sia dovuta a dolo o colpa grave da parte del debitore medesimo, senza l’onere di dover richiedere il consenso da parte dei creditori.
Una volta eseguite le dovute valutazioni, il giudice emette il provvedimento in cui indicherà modalità e termini di presentazione, da parte del debitore, delle dichiarazioni annuali relative alle sopravvenienze che possano consentire il pagamento dei debiti nei successivi 4 anni.
Infatti, se in questo lasso di tempo riesce a conseguire un guadagno tale da consentirgli di pagare almeno il 10% dei debiti contratti e per i quali ha ottenuto l’esdebitazione, allora il debitore è obbligato a versare tale percentuale ai creditori, sempre nel rispetto della cosiddetta par condicio creditorum.
Nel caso in cui nei 4 anni successivi al provvedimento del giudice, il debitore abbia conseguito un guadagno che però è inferiore al 10% dei debiti accumulati, allora non deve versare alcunché ai creditori.
Come risolvere i problemi col Fisco rateizzando il proprio debito
Spesso l’importo contenuto in una cartella di pagamento risulta essere molto rilevante e l’instaurazione di un contenzioso giudiziale può risultare non conveniente in termini di costi, soprattutto se la pretesa tributaria sia sostanzialmente giusta.
Allora l’unica soluzione per mettersi in regola è pagare l’importo contenuto nella cartella di pagamento, magari rateizzandolo.
Oltre che recandosi personalmente o tramite un proprio delegato presso lo sportello dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione che ha emesso la cartella di pagamento da rateizzare, la richiesta di rateizzazione può essere trasmessa anche tramite Pec all’indirizzo dell’Agenzia delle Entrate - Riscossione che ha emesso la cartella di pagamento.
Per richiedere la rateizzazione di una o più cartelle di pagamento occorre compilare la modulistica della rateizzazione che si trova sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione agenziaentrateriscossione.gov.it. e inviarla - dal proprio indirizzo Pec o da quella di un proprio delegato - all’indirizzo Pec dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Il contribuente può richiedere un piano straordinario di rateizzazione di 120 rate mensili se dimostra di non poter pagare il debito secondo i criteri previsti per un piano ordinario di 72 rate, cioè quando l’importo della rata è superiore al 20% del reddito mensile del nucleo familiare riportato nel modello ISEE.
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