Il “voto intelligente” lanciato dal grande oppositore Aleksej Navalnyj ha portato a un passo indietro di Russia Unita a Mosca: in generale però il partito di Vladimir Putin ha vinto queste elezioni locali e anche nella capitale non è andata così male.
Frenata sì, sconfitta proprio no. Le elezioni locali in Russia, che hanno interessato l’elezione di 16 governatori e il rinnovo dei parlamenti regionali e municipali (tra cui anche la Duma della capitale Mosca), hanno fatto intravedere delle crepe nel sistema di potere di Russia Unita, il partito del presidente Vladimir Putin che comunque ha vinto praticamente ovunque.
Soprattutto nella capitale, sembrerebbe aver funzionato l’invito al “voto intelligente” da parte del grande oppositore Aleksej Navalnyj, che ha chiesto agli elettori di votare nei vari seggi il candidato alternativo a quello di Russia Unita con più possibilità di vincere.
In verità a Mosca dove Russia Unita ha ottenuto 26 seggi su 45, questa strategia ha favorito soprattutto il Partito Comunista e Russia Giusta, ovvero due dei partiti che formano la cosiddetta “opposizione sistemica” che con le politiche di Putin va abbastanza a braccetto.
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Putin e le elezioni locali in Russia
In Russia esiste una opposizione dura al presidente Vladimir Putin, come quella dei progressisti e liberali di Aleksej Navalnyj che puntualmente scendono in piazza e altrettanto puntualmente vengono arrestati a decine, e quella decisamente più soft di forze politiche come il Partito Comunista che in verità sono abbastanza vicine con il sistema di potere del Cremlino.
Vista spesso l’impossibilità di presentare propri candidati, Navalnyj in queste elezioni locali ha lanciato il “voto intelligente” che si basa su un software capace di indicare quale fosse in ciascun caso il candidato con più probabilità di sconfiggere quello vicino a Russia Unita, che non ha presentato nessun candidato ufficiale visto il calo di popolarità del partito.
A Mosca così, dove hanno votato soltanto il 22% degli aventi diritto, il partito di Putin è passato da 38 a 26 seggi mentre il Partito Comunista da 5 è salito a 13 seggi, con i socialdemocratici di Russia Giusta e i liberal-socialisti di Jabloko che hanno ottenuto 3 seggi a testa.
Un chiaro segnale questo di come in fondo il presidente russo non sia imbattibile, ma in fondo a Mosca poco dovrebbe cambiare visto che il sindaco Sergej Sobjanin di Russia Unita può sempre contare su una maggioranza nella Duma cittadina e una opposizione non particolarmente agguerrita.
Nelle altre elezioni Russia Unita ha comunque eletto tutti i governatori al primo turno, a San Pietroburgo Aleksandr Beglov è stato rieletto con quasi il 65% dei voti e anche nelle varie regioni chiamate al voto (compresa la Crimea) la musica non è cambiata.
Unica eccezione è stata quella della regione di Khabarovsk, zona dell’estremo Oriente russo a pochi passi dal confine con la Cina, dove il Partito Liberal Democratico (forza politica marcatamente di destra e nazionalista) ha ottenuto 32 seggi su 36.
Numerose poi sono state le segnalazioni di brogli, specie a San Pietroburgo, con le opposizioni (quelle vere) che hanno anche parlato di interferenze sui vari social oltre a protestare per la decisione di non diramare gli exit poll.
In sintesi, quello che è successo a Mosca può essere un campanello d’allarme per Vladimir Putin, ma in queste elezioni locali il suo partito Russia Unita ha stravinto praticamente ovunque e al Cremlino di certo dormono ancora sonni tranquilli.
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